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Sanità Toscana: investire in ricerca fa bene alla salute

medico

(Articolo di Matteo Fabiani) Firenze – La Toscana ha fatto propria la parola d’ordine “No health without research” nell’affrontare la sfida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, con gli obiettivi di organizzare la ricerca, promuovere l’innovazione, migliorare l’assistenza: questi elementi sono stati sempre posti in primo piano nelle politiche adottate in campo medico, in quanto elementi fondamentali per rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale.

L’intenzione è quella di alimentare le conoscenze scientifiche e operative a beneficio dello stato di salute dei cittadini, del servizio sanitario e dell’intero sistema economico toscano. E’ quindi il caso di dire che investire in ricerca fa bene alla salute dei cittadini e fa bene anche all’economia, perchè la ricerca in sanità è un prezioso volano per gli investimenti.

Tutti questi punti sono stati sottolineati da Luigi Marroni, assessore regionale al diritto alla salute, nella conferenza stampa in cui è stato tracciato un bilancio di cinque anni di ricerca in campo medico.

“Per stimolare lo sviluppo le risorse investite in campo sanitario non possono essere considerate soltanto un costo per l’intero sistema, ma piuttosto un investimento coraggioso e necessario che sia in grado di attrarre in futuro ulteriori fondi a sostegno del progresso in tale settore”. Nel quinquennio 2010-2015 sono stati 245 i progetti toscani finanziati in materia di salute, per un totale di 103 milioni di euro , così suddivisi: 10 milioni circa provenienti dall’Unione Europea; 46,5 milioni provenienti dallo Stato; 46,5 milioni provenienti dalla Regione Toscana.

Luigi Marroni-assessore toscano alla salute

Luigi Marroni, assessore alla salute della Regione Toscana

A proposito di quest’ultima, Marroni ci tiene ad evidenziare che “è al primo posto per quanto riguarda la collaborazione tra università nelle ricerche in campo medico e dobbiamo a tutti i costi cercare di mantenere stabile questa tendenza”.

Presenti alla conferenza i rettori delle Università di Firenze, Pisa e Siena, rispettivamente Alberto Tesi, Massimo Augello e Angelo Riccaboni: il primo si è soffermato su un aspetto spesso tralasciato, ovvero il fatto che “queste misure risultano utili non soltanto per i malati che in futuro usufruiranno delle scoperte fatte e dei risultati conseguiti, ma anche per i giovani ricercatori che possono così inseguire la loro passione, in un paese tristemente celebre per le sue scarse opportunità lavorative”.

In tutto ciò non si può non rivolgere uno sguardo al futuro per considerare le sfide che nel prossimo quinquennio dovranno essere affrontate e vinte: attuare strategie per attirare un maggior numero di fondi e investimenti, semplificare le procedure burocratiche che pesano fortemente sul bilancio e soprattutto favorire la nascita di una nuova Pharma Valley su modello americano, in modo che aziende straniere possano decidere di installare piccole filiali sul territorio toscano e incrementare ancora di più il giro di soldi e di di ricerche effettuabili.

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Posted by on 9 Aprile 2015. Filed under In primo piano,Salute. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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