Firenze – Arriva una boccata d’ossigeno per molti Comuni e Province toscane che potranno spendere i soldi che hanno in cassa, bloccati dal Patto di stabilità.
Si tratta di 33 milioni di maggiore spesa concessa dalla Regione. “Non è la soluzione di tutti i problemi ma si tratta comunque di una boccata di ossigeno importante: per gli enti locali e per far ripartire l’economia, i cantieri e i progetti in corso” ha spiegato l’assessore della Toscana al bilancio e al rapporto con gli enti locali Vittorio Bugli.
I soldi sono da destinare ad investimenti e la Giunta ha stabilito anche come dovranno essere ripartiti: ieri c’è stata l’approvazione delle delibera che stabilisce quanto ciascun Comune e Provincia potrà spendere in più senza sforare il Patto di stabilità.
La novità più importante che il denaro potrà essere destinato agli investimenti e non solo al pagamento di debiti.
Dei 33 milioni liberati dalla giunta un quarto (8 milioni e 312 mila euro) andrà alle Province, da utilizzare prioritariamente per interventi sulle strade ed altre opere strategiche in corso.
Tutte e dieci le Province toscane ne usufruiranno.
La giunta ha poi deciso di accantonare 4 milioni per particolari situazione di emergenza di piccoli Comuni: quelli tra 1.000 e 5.000 abitanti, visto che sotto 1.000 il patto non si applica.
Altri 10 milioni e 410 mila euro andranno sempre ai Comuni tra 1.000 e 5.000 abitanti (98 amministrazioni) ed altrettanto ai Comuni più popolati con più di 5.000 abitanti (139).
Per i 33 milioni di capacità di spesa ulteriore ceduta lo Stato riconoscerà alla Regione un contributo straordinario, per il 2013, pari a 27 milioni e 708 mila euro.
Nell’occasione la Regione, le Province ed i Comuni sono tornati a chiedere di rivedere il Patto di stabilità. Il patto di stabilità – ha detto l’assessore regionale Vittorio Bugli – è diventato un problema non solo per gli enti locali ma anche per la Regione: dal 2012 la Toscana ha subito tagli al patto per 300 milioni. “Di conseguenza – ha concluso Bugli – riusciremo a realizzare solo parte degli investimenti previsti e necessari”.
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