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Processo Tav per danni in Mugello: Corte d’Appello assolve Cavet

Firenze – Un pugno nello stomaco: è questo l’effetto su associazioni e parti civili della sentenza della Corte d’Appello per il processo Tav sui danni ambientali in Mugello: nel giorno dello sgombero del presidio No Tav in Val di Susa, la magistratura ha, di fatto, assolto i 40 imputati del Consorzio Cavet in giudizio a Firenze.

Dopo quasi 10 ore di Camera di Consiglio, i giudici hanno, infatti, non solo respinto le motivazioni del ricorso fatto dalle Associazioni, basato sulla richiesta del “dolo eventuale” per Cavet, ma hanno anche cancellato i 150 milioni di risarcimento per le istituzioni e, cosa ancora più importante, hanno cancellato la condanna di Cavet al ripristino ambientale.

“Praticamente è come aver detto che i danni ambientali in Mugello non ci sono mai stati” ha spiegato oggi Girolamo dell’Olio, presidente dell’associazione Idra, parte civile nel procedimentopenale, che ha indetto una conferenza stampa con alcuni degli agricoltori mugellani danneggiati: come Sergio Pietracito, dell’azienda agricola “I Pianacci”, che, oltre a subire i disagi della cantierizzazione, si è visto prosciugare il pozzo da cui attingeva acqua, oltre a ritrovarsi una frana di 7000 mq di terra in mezzo al frutteto biologico.

Nella sentenza di primo grado erano stata inflitte 27 condannato per smaltimento illecito di rifiuti speciali (il cosìdetto “smarino”, le terre di scavo) mentre per il danneggiamento di sorgenti e torrenti, la condanna non era stata possibile perchè, secondo quanto motivato dal giudice, nella normativa non è contemplato il reato di danneggiamento colposo per falde acquifere.

Da qui era partito il ricorso di istituzioni e parti civile, che adesso invece vedono annullate anche le condanne per lo smaltimento dei rifiuti. Soddisfatti gli avvocati di Cavet, mentre i legali di associazioni e parti civili attendono la deposizione delle motivazioni per cercare di capire come e se presentare ricorso

“E’ evidente che esiste ormai uno scollamento tra il mondo della comunità scientifica e quello della giustizia – ha commentato il geologo Riccardo Impallomeni, che vive a Paterno e che in seguito ai lavori Tav ha avuto l’essiccamento di due torrenti da cui attingeva l’acqua – Esistono infatti studi scientifici che addirittura prevedevano quanto sarebbe avvenuto in Mugello”

Il riferimento è ad uno studio condotto dall’Università di Ferrara “Le Gallerie Tav attraverso l’appennino toscano: impatto idrogeologico ed opere di mitigazione” pubblicato nel 2009: in questo studio, secondo quanto riferito da Impallomeni, grazie ad una serie di traccianti naturali era stato dimostrato che l’acqua dei torrenti intercettati finisce nelle gallerie Tav.

“In questo studio si legge come già nel 2001 il torrente Carzola, aveva subito una diminuzione di 60 mq di portata, proseguita poi costantemente nel tempo fino all’essiccamento – legge Riccardo Impallomenti – La fascia di impatto dei lavori in Mugello è stata di 750 mt rispetto all’asse delle gallerie: fate il conto di quanto è la distanza tra l’asse della galleria del sottoattraversamento, che passerà, ad esempio, sotto viale Spartaco Lavagnini e le case circostanti e capirete che i motivi di preoccupazione anche per Firenze ci sono.”

Sì perchè i lavori Tav adesso sono arrivati a Firenze, dove deve essere realizzato il sottoattraversamento della città: un progetto contestato da più parti, visti anche i danni prodotti a Bologna dai lavori Tav per la realizzazione della stazione sotterranea, ma su cui si procede comunque avanti tutta.

Secondo Impallomeni a preoccupare qui, non è solo la fascia di impatto, ma anche la composizione del terreno, costituito per lo più da argille. “I danni su un terreno del genere sarebbero ben maggiori – conclude Impallomeni – Certo c’è da dire che i tempi di reazione dell’argilla sono più lunghi rispetto alla roccia presente in Mugello: questo significa che i danni si verificheranno probabilmente più avanti negli anni”.

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Posted by on 28 Giugno 2011. Filed under Cronaca,In primo piano. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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