Firenze – Un’opera che non giustifica i costi di produzione né in termini di lavoro né per le ricadute sociali; molto meglio investire in manutenzione delle infrastrutture a livello regionale: così Marco Ponti, docente di Ingegneria del Territorio al Politecnico di Torino è intervenuto oggi in collegamento telefonico durante la conferenza stampa organizzata dall’associazione ambientalista Idra alla Libreria Feltrinelli di Firenze, per parlare di Alta Velocità.
Secondo Ponti infatti il costo di capitale impiegato in opere come le linea alta velocità è basso in termini di occupazione di persone; inoltre si tratta di lavori a tempo determinato che al momento della chiusura dei cantieri creano tensioni sociali per il venir meno del lavoro stesso; infine, tali opere non contribuiscono all’avanzamento tecnologico del paese.
Molto meglio sarebbe allora, secondo il professore, investire il denaro in avvio o sviluppo di attività durature e in nuove tecnologie, visto anche il momento di crisi del Paese, mentre, per le infrastrutture, sarebbe auspicabile avviare lavori di manutenzione a livello regionale delle linee già esistenti e opere di minor impatto.
Torino chiama Firenze dunque e viceversa: l’appuntamento di oggi alla Feltrinelli era stato organizzato per annunciare l’avvio del Notav tour che partirà dalla Val di Susa nei prossimi giorni e che toccherà anche Firenze il 27-28 ottobre: un’iniziativa per far conoscere i motivi della protesta NoTav in tutta Italia.
Il legame tra Val di Susa e Toscana è sempre stato forte: “Se in Val di Susa si è attuate un’opera preventiva come quella fatta fino ad oggi da comitati e istituzioni, è prima di tutto merito della Toscana e di Idra – ha spiegato Marina Clerico, docente in economia e assessore alla programmazione della comunità montana della Val di Susa – ricordo quando anni fa veniste a raccontarci l’esperienza dei lavori Tav in Mugello”.
“Quello che differenzia il Piemonte dalla Toscana è che lì c’è un unità dei sindaci e della popolazione che in Mugello non c’è mai stata” aggiunge Girolamo dell’Olio, presidente di Idra che ha annunciato per il 7 ottobre un incontro con l’Osservatorio ambientale di Firenze per fare il punto sui lavori del sottoattraversamento e sull’accordo siglato nell’agosto scorso da Regione Toscana e Comune di Firenze.
“La Tav non è stata creata per fare treni ma per spartirsi soldi nella seconda repubblica – ha proseguito Marina Clerico – Come spiegato nell’ultimo libro di Ivan Cicconi, i 14 miliardi preventivati nel ’91 per le tratte AV, già realizzate in Italia, sono lievitati a oltre 100. Per la Torino-Lione ne sono stati preventivati 10 che rischiano quindi di aumentare di 5/6 volte tanto. Soldi che aumenteranno il debito pubblico e che non hanno senso nemmeno sul piano occupazionale visto che i progetti preliminari di Rfi per la Val di Susa parlano di 1200 persone da impiegare per tutta la tratta internazionale e che si ridurrebbero a 600 con i tagli previsti dai nuovi progetti.
Il 19 ottobre a Firenze arriverà lo stesso Ivan Cicconi per presentare il suo ultimo libro “Il Libro nero dell’Alta Velocità” dedicato proprio a spiegare il meccanismo del project financing per la Tav e il motivo per cui i costi dei lavori in Italia sono lievitati così tanto; una lievitazione considerata anomala dalla stessa Corte dei Conti.
“Ammetto che per venire qui oggi ho preso il treno AV – conclude Marina Clerico – è comodo certo ma per i restanti 200 giorni dell’anno sono costretta a prendere treni che hanno porte bloccate o finestrini rotti”. Ecco: il senso dell’opposizione dei Notav in Val di Susa (ma non solo) sta tutto qui!
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