Firenze – Nonostante il periodo di forte crisi economica l’Ateneo fiorentino registra buoni risultati circa la condizione occupazionale dei suoi laureati.
Lo rileva il Rapporto AlmaLaurea 2014 sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato all’Università di Bologna nel convegno “Imprenditorialità e innovazione: il ruolo dei laureati”.
L’indagine, che ha riguardato a livello nazionale 450mila laureati, distinti fra laureati triennali e laureati magistrali biennali (usciti nel 2012) intervistati dopo un anno e laureati magistrali biennali (usciti nel 2008) intervistati dopo cinque anni.
Nella rilevazione sono stati coinvolti complessivamente 14.553 laureati dell’Università di Firenze.
Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Firenze, dopo un anno dalla laurea, è pari al 49%, a fronte del 41% della media nazionale.
Infatti, tra i neolaureati triennali il 34% è dedito esclusivamente al lavoro, il 15% coniuga la laurea magistrale con il lavoro, il 35% è impegnato esclusivamente nella laurea magistrale, mentre il 13%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea magistrale, si dichiara alla ricerca di lavoro.
Complessivamente il 50% dei laureati triennali fiorentini continua gli studi con la laurea magistrale (rispetto al 55% del dato nazionale). Considerando gli occupati di primo livello di Firenze, 38 su cento hanno un impiego stabile (contratti a tempo indeterminato, lavoratori autonomi); la media nazionale è del 34,5%.
Il guadagno medio degli occupati usciti dall’Ateneo fiorentino è di 1.023 euro mensili (a livello nazionale è di 997 euro).
“I dati AlmaLaurea – ha commentato il rettore dell’Università di Firenze Alberto Tesi – confermano, pur in un contesto occupazionale gravemente condizionato dalla crisi economica, la qualità dell’offerta formativa dell’Ateneo, a cui si affiancano da anni azioni qualificate di avviamento al lavoro. Parlando di laureati, gli ultimi dati definitivi – relativi all’anno 2011-12 – mostrano come sia stata superata per la prima volta la soglia dei 9.000 laureati fra primo e secondo livello”.
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