Firenze – La coltivazione e trasformazione del pomodoro si traduce in Toscana con 2600 ettari di terreno dedicati e con 230 aziende agricole coinvolte nella lavorazione del prodotto.
La produzione di pomodoro è di circa 200.000 tonnellate annue, di cui oltre il 3% è rappresentato da produzione biologica. Sono cinque le province in cui si concentra la coltivazione: nelle zone costiere delle province di Grosseto, Livorno e Pisa e nell’area della val di Chiana, fra le province di Siena ed Arezzo.
La filiera del pomodoro significa anche molti posti di lavoro con ben sei stabilimenti che lavorano per l’industria.
Quello dell’Italian Food di Venturina, in provincia di Livorno è il più grande. Occupa un’area di circa 34.000 mq di cui circa 8.000 mq coperti e impiega stabilmente 100 dipendenti e altri 220 come stagionali. Durante la stagione estiva trasforma pomodoro fresco per un quantitativo giornaliero che oscilla da 1.200 a 2.500 tonnellate di materia prima destinata alla produzione di passata, polpa, ed altri derivati. Nella rimanente parte dell’anno i derivati del pomodoro vengono rilavorati, confezionati e immessi sul mercato.
Il pomodoro rappresenta un punto di forza della produzione agricola toscana e la sua filiera va tutelata.
Va in questo senso il protocollo di intesa siglato tra Regione, Provincia di Livorno e Comune di Campiglia Marittima, un’azienda privata – l’Italian Food del gruppo Petti appunto – le aziende dell’acqua e quella dei rifiuti, le organizzazioni professionali agricole, le centrali cooperative e un’associazione locale di produttori, per tutelare la filiera del pomodoro in Toscana.
In particolare la Regione si è assunta l’impegno ad assicurare gli interventi necessari perché Italian Food possa costruire il nuovo stabilimento – un’area di circa mq. 89.000 – in località Campo alla Croce ( sempre nel comune di Campiglia Marittima) risolvendo una serie di problemi logistici all’abitato di Venturina dove si trova adesso la produzione.
Dal canto suo Italian Food manterrà lo stabilimento nel territorio del Comune di Campiglia Marittima incrementando produzione e occupazione.
L’accordo prevede, tra le altre cose, sinergie tra enti locali e industria per il trattamento delle acque reflue e gli scarti della lavorazioni in modo da ridurre l’impatto ambientale.
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