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MWF2014: a Firenze primo evento europeo su musei e digitalizzazione

MWF2014 a FirenzeMoma, Tate, London Museum, Louvre: a Firenze si respira cultura e comunicazione internazionale grazie a Museums and the Web, la 4 giorni organizzata nel capoluogo toscano per mettere a confronto i sistemi di digitalizzazione dei vari musei nel mondo.

Che la tecnologia sia ormai parte nella nostra realtà e un dato di fatto ma sul modo in cui essa viene usata c’è molto da dire, in particolare per quanto riguarda la comunicazione della cultura e dei principali luoghi che ne sono depositari, ovvero i musei.

Per questo è stato organizzato Museums and the Web Florence 2014 (#MWF2014), il primo appuntamento europeo della community di Museums and the Web, la più grande al mondo, nata negli Usa nel 1997 per occuparsi di buone pratiche nella digitalizzazione dei musei.

MWF2014 salone cinquecento“L’idea di questo appuntamento è nata lo scorso anno dopo un incontro che avevamo organizzato nell’ambito di Florence su musei e il digitale e che suscitò grande partecipazione – spiega Stefania Chipa, una delle organizzatrici, insieme a Laura Longo e Ilaria D’Uva – Abbiamo pensato quindi di coinvolgere la community di Museums and the Web, attraverso Nancy Proctor, che ha accettato”

MWF2014, che ha portato a confrontarsi a Firenze 100 relatori da tutto il mondo, oltre 20 realtà museali, 170 operatori del settore per oltre 300 iscritti, è stato organizzato in collaborazione con i Musei Civici Fiorentini, Istituto di Ricerca e Innovazione di Firenze e il Polo Universitario di Prato.

Quattro giorni, dal 18 al 21 febbraio, tra workshop, best practices, confronti tra le diverse scelte strategiche di digitalizzazione dei Musei a livello mondiale, con incontri solo in lingua inglese.

MWF2014 salone dugentoTra i grandi musei presenti TateMoma, London Museum, Science Museum di Londra, Hermitage, Louvre; presenti anche realtà italiane come il Mart, Palazzo Madama di Torino, Museo di Storia Naturale di Firenze, oltre al Mibac.

“Le realtà italiane sono molto più “timide” di quelle straniere nella comunicazione digitale – prosegue Stefania Chipa – Per organizzare questo evento abbiamo usato il digitale e abbiamo notato quanto questi strumenti vengano poco usati o presidiati in Italia”

Alla base di questa latitanza c’è soprattutto la paura del mezzo digitale, considerato strumento che può nuocere ai musei: si teme cioè che divulgare i propri patrimoni possa causare una diminuzione di visitatori reali.

MWF2014 sala dugento“E’ una paura sbagliata perché tutti i dati in possesso di realtà che usano già questi canali dimostrano il contrario – prosegue Chipa – Non solo aiutano a conquistare nuovo pubblico ma consentono anche di fidelizzare quella parte di pubblico che il museo lo ha già visitato”

L’esempio più eclatante e il Louvre, primo museo al mondo con 9 milioni di visitatori all’anno, che da anni investe nel digitale ed ha 1 milione di fans su Facebook; tanto per fare un confronto i Musei Vaticani, primo museo in Italia per visitatori (con oltre 5 milioni all’anno) si fermano a 50.000.

Comunicare in modo digitale vuol dire usare non solo internet e i social media ma anche nuovi strumenti come il 3D (al quale è dedicata un’intera giornata del convegno) o il gaming (attività ludiche).

musei e digitalizzazioneIn Italia però oltre ad un problema di mancanza di competenze (ad esempio non esiste la figura del Responsabile delle strategie digitali di un museo) c’è anche quello della mancanza di fondi per la formazione del proprio personale interno.

“Ormai non è più una questione di digitale sì o no ma di come e perchè; la tecnologia è uno strumento che può servire per trasmettere la nostra cultura anche a chi verrà domani, non si tratta quindi solo di tradurre i nostri messaggi in altre lingua ma di coniugarli sui vari tipi di pubblico per rispondere alle diverse esigenze – spiega Laura Longo, l’altra organizzatrice di MWF2014 – Da questo punto di vista i musei devono cambiare il proprio DNA e iniziare a dare a ciascun visitatore quello che cerca davvero”.

team MWF2014

A questo proposito un settore sul quale investire è il cosidetto turismo di ritorno: coloro cioè che tornano a visitare un museo negli anni. “Nessuna amministrazione sta pianificando qualcosa del genere perché i tempi per vederne i frutti sono troppo lunghi – conclude Laura Longo – C’è bisogno invece di creare delle strategie di sviluppo del turismo a lunga scadenza, se non vogliamo continuare solo a parlare genericamente di “bellezza”; per farlo servono scelte politiche! E’ la cosidetta Knowledge Economy di cui tanto si parla ma che se non messa in pratica non serve a nulla”

E la sensazione, lasciando MWF2014 e uscendo da Palazzo Vecchio, è proprio quella di ripiombare nella realtà italiana di tutti i giorni: una realtà dove, salvo alcune eccezioni virtuose, la cultura ha ancora un lungo cammino davanti a se prima di poter intravedere certi traguardi.

(Si ringrazia l’ufficio stampa di MWF2014 per alcune delle foto usate in questo articolo!)

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Posted by on 20 Febbraio 2014. Filed under Cultura,Eventi,In primo piano. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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