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Il turismo digitale in Italia archivia la pandemia: le nuove tendenze di viaggio

turisti e digitale

Il turismo digitale in Italia ha definitivamente superato la pandemia: parola dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano.

Secondo quanto reso durante il convegno “Travel Innovation Day – Il Travel riprende quota: il digitale ai comandi”, che si è tenuto oggi a Milano, nel 2022 l’ecommerce legato al mondo dei viaggi è tornato ai livelli del 2019.

Il settore dell’ospitalità infatti ha toccato i 16,4 mld di euro, +13% rispetto al 2019, mentre il comparto dei trasporti è prossimo al pareggio, con 11,2 miliardi di euro contro i 12 mld del 2019.

turismo digitale in Italia 2022


Anche il turismo organizzato ha iniziato la ripresa: il mercato dei Tour Operator nel 2022 vale il 70% di quanto fatturava nel 2019 e il comparto agenzie di viaggio si attesta al -19% sul pre-pandemia.

Buone notizie infine per il Business Travel: nel 2022 la spesa delle imprese italiane in trasferte di affari è quasi raddoppiata rispetto al 2021 ed ha supera i 17 miliardi di euro (-16% sul 2019)

Il turismo digitale in Italia: prenotazioni sempre più online

Se i dati generali quindi sono positivi molto più interessante è risultato l’approfondimento sul rapporto tra italiani e turismo digitale realizzato in collaborazione con BVA Doxa.

Secondo quanto emerso, il canale online prevale nell’ispirazione di viaggio degli italiani (56%), in particolare grazie a motori di ricerca (53%) e ai siti di recensioni (31%)

Anche in fase di prenotazione l’online fa da padrone: per l’alloggio la quota di chi ha utilizzato esclusivamente canali online raggiunge il 59%, mentre nei trasporti il 63%. Sempre più ridotto l’intervallo tra prenotazione e viaggio: 3 mesi circa per i pacchetti, 2 per le prenotazioni separate.

Le prenotazioni online stentano invece a decollare per quanto riguarda le esperienze: in questo caso infatti si continua a preferire la biglietterie fisica per tour (32%), musei, monumenti e mostre (45%), parco divertimenti (11%) e attività sportive (11%) forse anche a causa di una mancanza di offerta in rete.

Sostenibilità e viaggi: il 20% prenota servizi sostenibili

Interessanti i dati legati all’importanza della sostenibilità, tema all’ordine del giorno per quasi tutti gli attori dell’offerta turistica: nel solo settore ricettivo l’82% delle strutture ha attivato azioni per l’utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale, il 78% per la riduzione degli sprechi.

Nei viaggiatori però l’interesse non sempre è così predominante. Solo il 19% ha cercato informazioni sulla sostenibilità ambientale dei servizi prima di prenotare e il 20% ha selezionato i fornitori dei servizi usando come criterio la sostenibilità. Numeri che crescono notevolmente però con le nuove generazioni (Generazione Z e viaggiatori Open Air).

Tra chi non l’ha fatto emergono più motivazioni: la priorità data ad altri criteri (soprattutto il prezzo) per il 26% ma anche il fatto che è difficile trovare informazioni attendibili (25%), oltre a chi ha cmque preferito soluzioni a basso impatto (24%). Solo un 15% si è detto non interessato al tema e un 6% ritiene di non poter contribuire.

Tra chi ha scelto servizi sostenibili, il 76% sarebbe addirittura disposto a pagare di più per servizi più sostenibili.

Flessibilità e rateizzazione per i viaggi

Cresce invece l’offerta di soluzioni improntate alla flessibilità, che riguarda sia la prenotazione che i pagamenti.

La tariffa flessibile, infatti, è stata utilizzata dal 34% dei viaggiatori per la prenotazione dell’alloggio e dal 23% per il trasporto, mentre il 14% dei viaggiatori ha utilizzato il pagamento rateale per l’acquisto di servizi legati al viaggio.

Neverending tourism sempre più diffuso

Anche l’offerta si sta adeguando alla richiesta di esperienze turistiche estese nel tempo e nello spazio: il 12% delle strutture ricettive offre ai propri clienti la possibilità` di acquistare prodotti della destinazione (enogastronomici, di artigianato etc.) tramite eCommerce. 

Tra i viaggiatori il 33% ha acquistato tramite eCommerce prodotti legati alla località visitata una volta rientrato, contro il 12% del 2019 e il 9% del 2018.

Infine, l’holiday working si è confermato un trend rilevante per lo sviluppo delle destinazioni: il 17% degli italiani ha dichiarato di aver lavorato da remoto da una località di vacanza nei sei mesi centrali del 2022 mentre il 49% delle strutture ricettive ha dichiarato di aver ospitato clienti che hanno fatto smart working presso la struttura.

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Posted by on 25 Gennaio 2023. Filed under Cronaca,In primo piano. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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