Firenze – Flash mob davanti alla sede dell’Inps a Firenze, in viale Belfiore, per dire no alla precarietà.
Lo hanno organizzato stamani gli aderenti al “Comitato 9 Aprile – il nostro tempo è adesso” che vede la collaborazione di Arci Firenze, Csx Centro-sinistra per l’università, Giovani Comunisti, Giovani Democratici, Giovani non + disposti a tutto – CGIL, Nidil – CGIL, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Universitaria – UDU, Spritz.
Una trentina di ragazze e ragazzi posizionati davanti all’ingresso dell’istituto previdenziale hanno esposto cartelli che ironizzavano con le dichiarazioni di alcuni esponenti del governo (“Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà”, e “laurearsi dopo 28 anni è da sfigati” ) che hanno fatto molto discutere.
“Da molto tempo si cerca di mettere in atto una guerra tra generazioni – ha dichiarato Jacopo Dionisio dell’Unione Universitari fiorentini – una lotta tra presunti garantiti ( i nostri nonni e genitori) ed i giovani precari; la verità è che il lavoro in generale deve essere garantito; bisogna garantire forme di lavoro non precarizzanti e ammortizzatori sociali che offrano reddito nei periodi di non lavoro.
Anzi, se molti giovani, oggi possono mantenersi è proprio perchè esiste un welfare parallelo quello dei cosidetti garantiti, dei genitori e dei nonni, che permettono ai giovani un’esistenza decente. I diritti sono di tutti i lavoratori, giovani e pensionati”.
I manifestanti chiedono di riformare il mercato del lavoro per far uscire dalla condizione di precari a vita i giovani lavoratori e chi ormai è costretto, anche a 40 anni, ad essere giovane perché impossibilitato a costruirsi un progetto di vita.
”Noi pensiamo – ha aggiunto Dioniso – che si debba tornare a parlare di precarietà e quindi di come creare nuovi posti di lavoro stabili e non di come licenziare le persone”.
Il Comitato ha annuncianti la prossime iniziativa, la “Carovana del lavoro stabile“: un furgone che, nell’ambito di un tour regionale, si fermerà con varie tappe nei capoluoghi di provincia, dove diventerà centro di incontri, proiezioni ed altre iniziative dedicate al tema della precarietà.
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