Firenze – 24 morti sul lavoro in Toscana dall’inizio del 2010 e gli ultimi due episodi solo in questa settimana a Livorno.
Sono i numeri, sempre più allarmanti, che riguardano le cosiddette “morti bianche”. Perché sui luoghi di lavoro purtroppo si continua a morire, come se fosse un optional, spesso, la questione sicurezza.
Di questo hanno parlato i 300 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), delegati delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), arrivati a Firenze da tutta la Toscana per partecipare all’assemblea regionale indetta unitariamente da Cgil, Cisl e Uil sui temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Daniela Cappelli, segretaria regionale Cgil, ha presentato la relazione introduttiva a nome delle tre confederazioni.
Nell’esprimere il cordoglio alle famiglie e agli amici delle ultime vittime Cappelli ha citato il PM di Livorno e il suo secco commento su quanto accaduto al camionista che operava nel porto, il “carico era insicuro e pericoloso, sono stati i vigili del fuoco arrivati dopo l’incidente a metterlo in sicurezza”.
62 gli incidenti mortali sul lavoro registrati nel corso del 2009 a fronte dei 78 dell’anno precedente.
Sono in diminuzione dunque, “anche se il dato – hanno spiegato i sindacati – qualora fosse letto in relazione alla crisi che ha abbattuto la produzione ed ha lasciato a casa, in cassa integrazione ordinaria e straordinaria più di 100mila persone, perde gran parte della sua positività”.
“Troppe sono le vittime sul lavoro e del lavoro – ha detto Cappelli – troppi gli incidenti e le malattie professionali contratte, questo ci induce ad aumentare la nostra determinazione nel contrastare atteggiamenti di quanti, eludendo le leggi, contribuiscono a fare diventare i luoghi di lavoro ostili alla salute e alla sicurezza delle persone”.
Sotto la presidenza di Domenico Baddii, della Segreteria Cisl toscana l’assemblea ha registrato gli interventi dei delegati che hanno raccontato le loro storie di non sicurezza e le difficoltà di operare in azienda.
Dalla relazione è arrivata poi la richiesta al governo di non lasciare sulla carta il Testo Unico sulla sicurezza e alla Regione la disponibilità a sedersi intorno ad un tavolo perché i tagli alla sanità non finiscano per diventare tagli alla prevenzione e ai controlli.
“Il rischio c’è, anche perché in Toscana – ha aggiunto la segretaria regionale della Cgil – abbiamo già razionalizzato, si è già raschiato il fondo del barile”.
“Alle aziende – ha concluso Cappelli – che a parole manifestato disponibilità, chiediamo di passare ai fatti. Spazio alla contrattazione sui temi della sicurezza, che poi significa discutere di organizzazione del lavoro, di carichi, di ritmi”.
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