Firenze – E’ la prima volta in Italia che viene contesta l’associazione a delinquere di stampo mafioso ad una famiglia cinese, in questo caso i “Cai”.
Nel mirino della Guardia di finanza toscana è finita la rete dei “money transfers”, un nodo definito “cruciale” per i traffici illeciti di denaro dal presidente dell’antimafia Piero Grasso, oggi a Firenze dove nella sede regionale della Guardia di Finanza ha reso noti i risultati dell’operazione “Cian Liu” – in cinese fiume di denaro – insieme al Procuratore Capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi ed ai vertici della Guardia di Finanza.
Attraverso la società “Money2Money”che la famiglia cinese aveva rilevato da due fratelli bolognesi Andrea e Fabrizio Bolzonaro e dal loro padre, sono stati riciclati dal 2006 ad oggi, 2,7 di euro; soldi diretti in Cina e frutto di traffico illecito come la contraffazione, la frode in commercio, l’evasione fiscale. La società riciclava denaro tramite le filiali di Prato, Sesto Fiorentino, Empoli, Milano, Roma e Napoli ricavato dal commercio illegale degli imprenditori cinesi a Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio.
Un fenomeno quello del riciclaggio di denaro attraverso i “money transfert” di proporzioni enormi, ha detto il procuratore antimafia Grasso, visto che l’Italia è il secondo Paese per i trasferimenti di denaro attraverso questo canale.
Ma non solo il denaro fluiva dalla Toscana alla Cina: dalla Cina arrivavano donne e uomini che venivano utilizzati come schiavi nei laboratori cinesi mentre le donne, spesso, erano avviate alla prostituzione in case chiuse, nascoste dietro centri estetici e di massaggio orientali. A tutti era sottratto il passaporto e quindi i clandestini rimanevano in balia dell’organizzazione criminale. Per chi non obbediva c’erano i pestaggi e le minacce di morte.
A questi risultati le fiamme gialle sono arrivate con l’utilizzo delle intercettazioni ambientali, telefoniche, le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Strumenti indispensabili per scoprire questo tipo di reati hanno ribadito in conferenza stampa sia il procuratore Quattrocchi che Grasso.
Ventidue le persone finite in manette, due sono ai domiciliari: 17 cittadini cinesi e 7 italiani; 134 le persone indagate a piede libero.
Sequestrati ville, auto, ben 166 vetture – le preferite dai criminali erano le Bmw e Porche Cayenne – denaro in contante. La famiglia cinese aveva stretto un sodalizio criminale con due fratelli bolognesi ma erano loro, i cinesi, a dettare legge in una struttura verticistica molto simile a quella mafiosa.
L’operazione ha visto coinvolti più di mille uomini delle fiamme gialle toscane con perquisizioni e sequestri in otto regioni italiane: Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio Campania, Sicilia. Nella nostra regione ad essere sotto il mirino dei finanzieri in particolare la zona del Macrolotto a Prato.
Guarda le interviste nel video:
Commenti recenti