Firenze – E’ dedicato alla complessa figura di Barabba, l’opera teatrale che la Compagnia Teatrale porta in scena al Teatro Cantiere Florida (in via Pisana 111, rosso) a Firenze sabato 10 marzo. “Barabba. Liberato da uno sconosciuto” su testo originale di Cristina Bonardi vede alla regia due donne: l’autrice e Maria Francesca Destefanis.
Abbiamo chiesto a Cristina Bonardi e Maria Francesca Destefanis di raccontarci lo spettacolo.
Perché avete deciso di incentrare uno spettacolo su Barabba?
Nell’introduzione alla prima edizione italiana del romanzo Barabba di Pär Lagerkvist, Giovanni Papini scrive una frase che ci ha molto colpiti “Barabba è l’Uomo, l’uomo per eccellenza, che ha salva la vita ad opera di Cristo e non sa perché.”Questo era quello che ci interessava… .
Come si struttura in scena lo spettacolo?
In scena ci sono sette attori, e ognuno di loro interpreta diversi personaggi. Abbiamo volutamente scelto di utilizzare dei costumi e una scenografia minimali che non dessero una caratterizzazione temporale troppo precisa agli avvenimenti: certo si parla di un fatto ben preciso, in un un momento ben preciso della Storia, ma in fondo ogni uomo vive l’esperienza di Barabba.
Non sono attori professionisti quelli sul palco. Come è stato lavorare con loro?
Cristina: L’idea di lavorare con attori non professionisti è nata dopo aver lavorato su i Cori da La Rocca di Eliot, opera che lui aveva scritto per raccogliere soldi per la costruzione di una Chiesa nei sobborghi di Londra e messa in scena appunto da attori non professionisti. Questa prima esperienza ha dato risultati sorprendenti dal punto di vista di crescita e cambiamento personali in ciascuno di noi e ha fatto nascere il desiderio di proseguire, pur tra mille difficoltà e coscienti dei propri limiti.
M. Francesca: mi ha colpito molto lavorare con loro perché si sono messi in gioco fino in fondo, spesso dopo lunghe e faticose giornate di lavoro ci siamo trovati a provare fino a tardi, sapendo che il giorno dopo ci attendevano altre giornate molto impegnative; era chiaro per tutti lo scopo che ci teneva assieme, che è non solo l’amore per il teatro, o il piacere di fare “della beneficenza”, ma l’evidenza che quello che stavamo facendo parlava a noi spiegandoci meglio chi siamo, era per noi.
Due donne alla regia. E’ la prima volta che lavorate assieme?
Cristina: Sì è il primo spettacolo su cui lavoriamo assieme. Quando è nata l’idea di formare la Compagnia Teatrale, Francesca ha aderito con entusiasmo e io ne sono stata molto felice.
M. Francesca: Cristina aveva già portato in scena con alcuni degli attori lo scorso anno una lettura dei cori della rocca di T Eliot, e, anche grazie ad una storia di amicizia comune, ho saputo che progettavano di fare un altro spettacolo e ho così ci siamo incontrate
I soldi che raccoglierete per lo spettacolo andranno all’AVSI. Di cosa si tratta?
La Fondazione AVSI è una organizzazione non governativa nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo, incentrati soprattutto sull’educazione, in 38 paesi del mondo di Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia.
In particolare i soldi raccolti quest’anno nella campagna delle “tende” di cui fa parte anche il nostro spettacolo, serviranno a finanziare quattro progetti in vari paesi del mondo. Il primo progetto prevede la costruzione di scuole e centri educativi semi permanenti a Dadaab in Kenya, all’interno dei campi profughi che accolgono la popolazione in fuga dalla Somalia. Poi la creazione di un centro educativo ad Haiti, dove Avsi è una delle ONLUS più attive e presenti dopo il devastante terremoto del 2010, la scolarizzazione in Congo di bambini destinati altrimenti a lavorare nelle miniere o divenire bambini soldato nelle bande di ribelli e infine il sostegno alle scuole del patriarcato copto cattolico in Egitto presenza fondamentale per una pluralità nell’Egitto dopo la primavera araba.
Alcune foto dello spettacolo:
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