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Green Economy: la Toscana punta su energie rinnovabili e impianti sostenibili per l’ambiente

Firenze – Impianti fotovoltaici che rispettino il paesaggio toscano, evitando distese di pannelli nelle aree di pregio: sono queste le linee guida della proposta di delibera approvata oggi dalla Giunta toscana che ha stilato un primo elenco delle zone dove sarà vietata l’installazione di impianti fotovoltaici a terra.

La delibera pone un limite alla diffusione in area agricola di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (cioè superiori ai 200 kw) favorendo quelli di piccola (da 5 kw a 20 kw) e media dimensione (da 20 kw a 200 kw), e privilegiando la funzione di integrazione del reddito agricolo. Tra le aree dove non sarà possibile installare gli impianti fotovoltaici ci sono i siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, come la Val D’Orcia.

“Con questa proposta la Toscana si allinea agli indirizzi nazionali coniugando lo sviluppo del fotovoltaico con la valorizzazione del territorio rurale e della sua economia – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Anna Rita Bramerini – Nei prossimi giorni avvieremo una rapida ricognizione presso Province e Comuni per raccogliere proposte di ulteriori aree non idonee per il fotovoltaico e per le altre energie rinnovabili”.

La delibera approvata oggi è in linea con quanto voluto anche da Legambiente che proprio oggi aveva chiesto alla Regione di aprire un confronto sul tema delle energie rinnovabili come opportunità di sviluppo in vista della scadenza di gennaio 2011, quando tutte le regioni dovranno avere fissato le proprie regole per la diffusione di impianti per le energie rinnovabili nel territorio.

“Uno studio dell’agenzia McKenzie ci dice che entro il 2050 la politica energetica dell’Unione Europea potrà basarsi interamente sulle energie rinnovabili e la regione Toscana questo obiettivo può raggiungerlo in tempi ancor più brevi – ha spiegato Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana.

Secondo Baronti occorre innescare una diffusa riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e creare le condizioni per cui gli impianti diventino una opportunità per bonificare e recuperare zone marginali o dismesse, oltre che di una green economy capace di dare risposta ai problemi dell’edilizia, della qualità urbana, dell’agricoltura, delle piccole e medie imprese.

La politica da perseguire per il fotovoltaico, secondo Legambiente, è quella di realizzare impianti piccoli diffusi in aree limitate, così come per gli impianti geotermici e per quelli a biomasse, come già da tempo viene fatto dalla Regione Toscana.

“Diciamo no ai grandi impianti come Alce di Bagni di Lucca o come quello dell’Ex Sadam in provincia di Arezzo – ha concluso Baronti- I grandi impianti hanno bisogno di materiale agroforestale che arriva da molto lontano e per questo hanno poco senso sul piano energetico, ambientale e trasportistico”.

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Posted by on 14 Dicembre 2010. Filed under Economia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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