Firenze – E’ considerato da una parte degli studiosi la creazione di un giovane Michelangelo, mentre altri ritengono che non sia così: dopo un lungo restauro e studi sulla sua struttura, il cosidetto Crocifisso ligneo di Michelangelo, acquistato dallo Stato Italiano nel 2008 e al centro di dispute accademiche, ha trovato la propria collocazione nella Cappella del Podestà del Museo Nazionale del Bargello, a Firenze.
Realizzato in legno di tiglio policromo, dalle dimensioni di 41,3×39,7 cm, il Crocifisso era stato esposto in una prima mostra al Museo Horne di Firenze nel 2004, quindi era stato accostato all’Autoritratto di Leonardo da Vinci alla Biblioteca Reale di Torino nel 2006, prima di essere acquisito dallo Stato, per oltre 3 milioni di euro dall’antiquario torinese Giancarlo Gallino.
Dal 2010 l’opera si trovava nel Laboratorio di restauro della Soprintendenza fiorentina per un’accurata ispezione e una manutenzione straordinaria, comprendente anche alcuni lievi restauri. Durante le analisi il crocifisso è stato sottoposto anche ad una tomografia computerizzata a raggi X nel Laboratorio di Diagnostica dell’Azienda Ospedaliera di Careggi, dalla quale, secondo gli studiosi, sarebbero emersi nuovi importanti elementi di approfondimento sulla conoscenza del manufatto.
Secondo Marco Fioravanti, docente di Tecnologia del legno alla Facoltà di Agraria di Firenze, la sua realizzazione sarebbe avvenuta non da un unico blocco di legno ma dall’unione di almeno due parti: una tecnica che sarebbe stata riscontrata in altre strutture lignee della seconda metà del 400, tra cui il Crocifisso di Santo Spirito attribuito proprio a Michelangelo.
Inoltre grazie all’esame tomografico è stato possibile rimuovere virtualmente la policromia superficiale e gli strati della preparazione, ottenendo così la visione diretta dello scolpito in legno che avrebbe rivelato l’alta qualità dell’opera e confermato la “veritiera riproduzione della muscolatura del corpo” leggibile “non solo sulla superficie decorata ma già sul modellato in legno”. Elemento che secondo gli studiosi ne confermerebbe l’attribuzione.
Che sia o meno opera del genio di un giovane Michelangelo, il Crocifisso ligneo è comunque adesso esposto al Bargello, in una teca climatizzata di vetro: qui, magari approfittando delle festività della Pasqua, ognuno dei visitatori potrà farsi la propria opinione.
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