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TourismA 2017: cresce l’interesse per il turismo archeologico in Italia

Un interesse sempre più diffuso che si evidenzia nei numeri degli accessi ad aree archeologiche e musei e al quale gli operatori culturali pubblici e privati devono iniziare a far fronte: è questa la nuova frontiera del turismo archeologico secondo quanto emerso a TourismA 2017, Salone Internazionale dell’Archeologia che si è tenuto dal 17 al 19 febbraio a Firenze.

Un vero e proprio successo di pubblico per questa edizione che ha toccato le 12.000 presenze (lo scorso anno erano state 10.000), con la partecipazione di persone di ogni genere ed età ad affollare non solo gli eventi del XIII Incontro Nazionale di Archeologia Viva ma anche i laboratori e gli stand degli espositori.

Il Salone è stata occasione sia per fare il punto sullo stato dell’arte del patrimonio archeologico ma anche per confrontarsi su nuove tematiche e opportunità.

Turismo archeologico: una grande opportunità per operatori turistici e culturali pubblici e privati 

Una tipologia di turismo difficile da quantificare perchè spesso unita ad altre attività (cultura, mare, relax, sport) ma con un potenziale di crescita notevole, sia per il settore pubblico che per quello privato: è il turismo archeologico secondo quanto emerso dall’indagine presentata da CISET, Centro Internazionale Studi Economia Turistica, in occasione di TourismA 2017.

Secondo quanto illustrato dalle ricercatrici senior Federica Montaguti e Sabrina Meneghello, ormai il turismo archeologico rappresenta un segmento molto importante del turismo culturale in Italia. Analizzando i dati forniti da Mibact per gli accessi ai musei e siti italiani emerge come le aree archeologiche generino da sole quasi la metà dei visitatori dei siti italiani (49,2%), con un aumento del +56,9% rispetto al 2001. Nel solo periodo 2014-15 la crescita è stata del +6,5%.

Nonostante l’amore per reperti e siti cresca, sia negli stranieri che negli italiani, il quadro delineato non è così semplice: il principale problema del turismo archeologico e culturale in Italia, infatti, sembra essere rappresentato dalla distinzione netta tra “le icone”, ovvero i monumenti e siti più noti, e il resto del nostro patrimonio.

Se si pensa che su 4.588 siti culturali pubblici e privati presenti in Italia, i primi 5 per accessi (ovvero Circuito Colosseo, Pompei, Uffizi, Accademia e Castel Sant’Angelo) costituiscono il 32% del totale dei visitatori, con oltre 14 milioni di accessi, e che solo Colosseo e Pompei insieme concentrano il 21% dei visitatori totali, si capisce quanto sia ancora poco noto (e quindi sfruttato) il resto del patrimonio culturale italiano.

Come evidenziato da CISET, questo aspetto emerge anche dalle ricerche effettuate su Google Trends: se infatti la parola Colosseo mostra risultati dai 3/4 dei paesi nel mondo, termini come Selinunte o Segesta (ovvero l’immagine della Magna Grecia) ottengono pochissimi risultati e solo per Italia e Francia.

“C’è un grande problema a monte per il nostro patrimonio culturale – ha spiegato Sabrina Meneghello di CISET – Gran parte di esso non è conosciuto o non rientra comunque nella percezione dell’immaginario a livello mondiale”.

Il lavoro da fare appare quindi tanto e coinvolge diversi attori, a cominciare dagli operatori culturali: a loro infatti tocca il compito di rendere l’esperienza del turismo culturale/archeologico sempre più evoluta e sofisticata, così come richiesto dal turista di nuova generazione, grazie soprattutto alla digitalizzazione che consente, ad esempio, di far rivivere al visitatore luoghi ed esperienze di epoche passate.

Diverse invece le opportunità per gli operatori turistici che potrebbero intercettare la domanda crescente di turismo archeologico e culturale, grazie alla creazione di nuove offerte, realizzate con la creazione di reti d’imprese e il miglioramento dei rapporto con i territori. A questo proposito possono essere utili i bandi europei e regionali che permettono finanziamenti per progetti innovativi, come ad esempio i Bandi PON CULTURA E SVILUPPO o POR Fesr regionali.

Notevoli anche i vantaggi per le destinazioni, che, con la creazione di offerte diversificate, potrebbero intervenire sulla distribuzione della domanda, favorire l’allungamento della permanenza media dei turisti e soprattutto destagionalizzare i flussi.

A questo proposito CISET ha presentato alcuni progetti realizzati con territori e operatori della Regione Veneto e Friuli: dal progetto della Via Annia a quello, promosso con Culture Active, per la valorizzazione dell’area del Comune di Quarto d’Altino e del nuovo museo archeologico di Altino

Quest’ultimo, denominato The Roman Venice, prevede un itinerario fluviale alla scoperta dei comuni di Quarto, Altino, Torcello e Burano. “Il progetto è partito grazie al coinvolgimento di alcuni operatori turistici che avevano l’obiettivo di modificare la percezione di questa zona, da area dormitorio per i turisti che vogliono visitare Venezia, a territorio da scoprire con tutte le sue peculiarità, dal vino al vetro alle ville – ha concluso Francesca Benvegnù di Cultoure Active.

Archeologia e divulgazione: Premio Francovich a Piero Angela 

Se non bastassero i numeri presentati da CISET a dimostrare l’interesse crescente per storia, archeologia e scienza, ci sono le 12.000 presenze del weekend di TourismA 2017.

Affollatissimi i laboratori e gli workshop organizzati per grandi e piccini, così come le code per visitare la ricostruzione in scala 1:1 della Tomba del Faraone Tutankhamon; senza contare gli appuntamenti del XIII Incontro di Archeologia Viva.

Quest’anno l’ospite d’onore è stato Piero Angela, che ha ricevuto il Premio Francovich, dalle mani del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, proprio per essere stato uno dei pionieri della divulgazione scientifica e non solo.

Sull’importanza della scienza oggi e sull’uso dei nuovi mezzi di comunicazione, ascolta l’intervista audio a Piero Angela

Insieme a Piero Angela sono stati premiati anche i responsabili di due progetti innovativi per l’archeologia: l’area archeologica di Santa Maria a Siponto e le catacombe di San Gennaro e San Gaudioso a Napoli.

“In Italia abbiamo sempre puntato molto sulla conservazione dei beni culturali ma non sulla loro valorizzazione, pensando che questi due aspetti fossero incompatibili – ha spiegato il ministro Dario Franceschini nel suo intervento – Non è così e noi stiamo cercando di cambiare le cose. A questo servirà anche il nuovo Piano Strategico del Turismo, improntato allo sviluppo di un turismo sostenibile e di qualità per i prossimi 5 anni”.

E che l’Italia piano piano stia iniziando ad accorgersi delle possibilità offerte dal settore del turismo archeologico, lo hanno dimostrato anche i numerosi stand di enti pubblici e privati: dai musei civici archeologici, come Isidoro Falchi di Castiglion della Pescaia o di Verrucchio, ai musei di Artimino, all’Archeologico di Napoli, Camarina e Sarteano, alla Valle dei Templi di Agrigento e al polo museale della Calabria, qui presenti per mostrare offerte e iniziative, accanto alle principali Università di Studi Antichi e ad Enti del Turismo come quello Egiziano, Cipriota, Giordano e al Consolato d’Algeria.

Bagno di folla per Alberto Angela che ha chiuso TourismA 2017

Da Piero Angela al figlio Alberto: è stato lui infatti a chiudere l’edizione 2017 di TourismA con una lectio su Leonardo da Vinci e la Gioconda, argomento del suo ultimo libro.

Alberto Angela è arrivato a Firenze domenica pomeriggio, direttamente dalla Normandia, dove sono in corso alcune delle riprese per le prossime puntate della trasmissione Rai Ulisse – il piacere della scoperta.

Dal genio di Leonardo all’importanza del Rinascimento Italiano fino ad una riflessione su come fare buona divulgazione senza stancare il pubblico: tante le domande alle quali ha risposto il celebre conduttore prima di salire sul palco.

Ad attenderlo in sala,  Alberto Angela ha trovato un auditorium stra-colmo di persone: donne, uomini, persone anziane e tanti bambini, che per oltre un’ora hanno seguito la sua narrazione, accompagnata da slides.

Un fenomeno, quello della passione per il noto scienziato e conduttore, che è difficile immaginare se non la si vive: più adatta ad un cantante o ad un calciatore, piuttosto che ad un divulgatore di storia…altro segno che, forse, in Italia le cose stanno davvero cambiando per il mondo dell’archeologia.

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Posted by on 18 Febbraio 2017. Filed under Cronaca,In primo piano. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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