Pisa – Saranno altri quattro giorni di ansia per gli abitanti delle zone già colpite dalle alluvioni. Un nuovo avviso di criticità regionale è stato emesso dalla sala operativa della Protezione civile e sarà in vigore fino alla mezzanotte del 2 gennaio. Per alcune zone la criticità diventa elevata e si tratta del Magra, Versilia, Serchio, Basso Serchio, Sieve, Ombrone, Bisenzio, Valdinferno, Reno, Santerno, foce dell’Arno, e isole.
Al momento la situazione del lago di Massaciuccoli è sotto controllo. Improbabile che il lago di Massaciuccoli possa esondare, secondo il vice capo del Dipartimento di Protezione civile, Bernardo De Bernardinis in Toscana per monitorare le province alluvionate. “Siamo in una fase di prevenzione – ha aggiunto – per la quale stiamo lavorando con i sindaci dei paesi interessati, Pisa, Viareggio, Vecchiano e Massarosa“. A confermare le sue parole è il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, che ha comunque predisposto di concerto con la Protezione Civile un piano di evacuazione in caso l’allarme esondazione si faccia concreto.
Anche il fiume Serchio nel pisano fa ancora paura, soprattutto in vista del peggioramento delle condizioni meteo; in particolare a Nodica e Vecchiano già travolte, il giorno di Natale, da un’ondata di piena per la rottura di un’argine del fiume che ha provocato una falla lunga 163 metri le cui cause sono ancora tutte da capire visto che in quel tratto il fiume non sottopone l’argine ad una forte pressione. I carabinieri di Pisa hanno inoltrato alla Procura una comunicazione ipotizzando il reato di disastro colposo. Gli inquirenti dovranno stabilire se la frattura dell’argine del fiume Serchio, avvenuta a Nodica, sia dovuta a cattiva manutenzione, quindi alla responsabilità dell’uomo, o se invece sia stato un evento eccezionale, imprevedibile e naturale. Analogo fascicolo sarà aperto, come atto dovuto, in Procura a Lucca, contro ignoti, per le fratture dell’argine del Serchio a Santa Maria a Colle, nel comune di Lucca.
Tra gli abitanti di Nodica, frazione di Vecchiano, c’è rabbia e sconcerto: i danni subiti dalla comunità sono pesanti; sotto l’acqua è finita la zona industriale e l’area che sarebbe stata destinata ad accogliere un nuovo store Ikea; senza considerare le tante abitazioni invase dal fango, i campi coltivati distrutti; gli animali travolti dalla piena: oltre 1800 ettari di terreno coperti dall’acqua. Alcuni abitanti di Nodica raccontano di aver notato, nei giorni precedenti il disastro, le infiltrazioni nell’argine ma le loro indicazioni, dicono, non sarebbero state raccolte; a loro si aggiunge l’amarezza del sindaco di Vecchiano, Rodolfo Pardini per l’allarme non tempestivo arrivato al suo comune. Il primo cittadino ha voluto ringraziare però tutti coloro che lavorano dalla notte di Natale per portare soccorsi ai cittadini: i volontari, i vigili del fuoco, i dipendenti comunali, le forze dell’ordine. Anche la sede dei carabinieri è finita sotto un metro d’acqua e il comando è ora ospitato nei locali del Comune di Vecchiano.
Nessuno adesso vuole alimentare le polemiche; è il momento di lavorare dicono tutti: la falla deve essere chiusa prima che arrivino le piogge previste per la fine dell’anno.
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