Firenze – Mappatura dei luoghi a rischio alluvione e poi un’esercitazione sul campo per proteggere Firenze ed i suoi beni artistici. Sono due delle azioni previste dal protocollo d’intesa siglato tra Prefettura, Regione Toscana, Provincia, Comune di Firenze, Soprintendenza e Autorità di bacino. Sono 60 gli immobili definiti “vulnerabili” che si trovano in zone a rischio esondazione: dagli Uffizi a Palazzo Vecchio, dal Duomo alle Cappelle medicee. Per il 77 % di questi edifici è stato predisposto un piano di emergenza specifico; per gli altri, il 23%, la stesura è in corso.
Lo scenario che viene immaginato nel documento prevede un evento meteo con piogge insistenti su tutto il bacino, come avvenne nel novembre del 1966, con esondazione dell’Arno.
Sono stati individuati due momenti critici: quando l’Arno raggiunge i tre metri di altezza all’idrometro degli Uffizi e un secondo quando le acque superano i 5 metri. La Provincia di Firenze già al primo stadio comunicherà la situazione ad un Ufficio Direzione regionale dei beni culturali, attivo 24 ore su 24, che a sua volta avvertirà i responsabili degli edifici vulnerabili. In un arco di 18 ore il meccanismo messo in piedi sarà in grado mettere in sicurezza i beni artistici della città.
Fra gli edifici di maggior pregio a rischio sono ricompresi il Bargello e la Biblioteca nazionale. Per il Bargello sono previsti interventi con quadre tecniche addestrate che sapranno distinguere tra opere mobili da portare al secondo piano e opere immobili da proteggere sul posto con tele impermeabili e film plastici; per la Nazionale, invece, il piano prevede squadre che spostino i libri mantenendo anche nell’emergenza l’ordine dei volumi e che blocchino le porte con sacchi e paratie.
Le procedure individuate dal protocollo saranno testate in un’esercitazione sul campo.
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