Firenze – Si facevano pagare per regolarizzare clandestini come colf o badanti: per questo la polizia di Firenze ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un cingalese e di un pakistano per i reati di falso e favoreggiamento della permanenza nel territorio nazionale di cittadini stranieri irregolari.
I due avevano chiesto quasi 6.000 euro in tre tranches ad un cittadino del Bangladesh per ottenere la sua regolarizzazione come badante. Come datore di lavoro figurava la madre di un terzo complice, un cittadino italiano di 49 anni, denunciato in stato di libertà.
Le basi logistiche dell’organizzazione per le false regolarizzazioni erano due: la prima a Reggio Emilia, riconducibile al Pakistano, la seconda a Firenze, riconducibile invece al cittadino dello Sri Lanka. Quest’ultimo era titolare di un internet point in via Taddea a Firenze, che utilizzava come vero e proprio “ufficio” per la gestione delle pratiche.
Nel corso delle indagini gli uomini della Questura hanno accertato altre 3 pratiche fittizie “gestite” dai tre: di queste, un’altra vedeva come datore di lavoro la madre dell’indagato italiano, mentre le altre due fanno capo al padre dello stesso. Su altre 50 pratiche, sequestrate tra Firenze e Reggio Emilia, sono in corso ulteriori accertamenti.
Sono oltre 5400 le istanze già valutate dalla polizia che ha costituito uno specifico gruppo di lavoro presso l’ufficio Immigrazione della Questura, che si occupa di valutare le pratiche di regolarizzazione degli immigrati: complessivamente
Commenti recenti