Firenze – Un evento dedicato all’Iran, organizzato dalla Regione Toscana, per far conoscere all’opinione pubblica la drammatica situazione vissuta da questo paese, sullo sfondo del più ampio scenario degli avvenimenti che hanno sconvolto nelle ultime settimane il Nord Africa: ad annunciarlo è stato oggi Riccardo Nencini, vicepresidente della Regione, che ha incontrato Mohammed Hassan Abedi, giornalista e scrittore iraniano, rifugiato a Chiusi.
Mohammed Hassan Abedi, 30 anni, è arrivato a Chiusi a fine 2010, insieme a moglie e figlio: in Iran pubblicava i suoi articoli con lo pseudomino di Ehasan Abedi. Censurato più volte e controllato dal regime, ha visto chiudere più di dieci giornali che ha diretto o per cui scriveva. Negli ultimi mesi viveva in condizioni di semiclandestinità.
“Stanno accadendo cose gravi in queste settimane in Iran: il governo ha approfittato della distrazione dei mass media e dell’opinione pubblica di tutto il mondo, concentrati sul quello che sta accadendo in Nord Africa, per inasprire la pressione sui giornalisti e gli attivisti – ha raccontato Mohammed Hassan Abedi a Nencini – Dal 24 febbraio sono scomparsi anche i due leader dell’opposizione Mousavi e Karroubi, prelevati a casa assieme alle rispettive mogli. E se ne sono perse le tracce”.
La risposta di Nencini è stata quella di organizzare un evento per richiamare l’attenzione sulla questione Iran: ancora da stabilire la data ma è già certa partecipazione Edi Shirin Ebadi, l’avvocato iraniano, premio Nobel per la pace nel 2003, che è ancora nella lista dei condannati a morte del regime di Teheran.
“C’è una lunga tradizione di vicinanza tra la Toscana, la Regione e gli scrittori e giornalisti iraniani. Con loro abbiamo organizzato tante vigilie del 30 novembre, la festa della Toscana – ha ricordato Riccardo Nencini – C’è anche un lunga tradizione di attenzione ai diritti umani e la rete Icorn di cui la Toscana è parte e grazie a cui Hassan Abedi ha potuto trovare rifugio a Chiusi è solo uno dei tasselli con cui si dispiega”.
La Toscana aderisce infatti ad Icorn, la rete di città rifugio per scrittori e intellettuali perseguitati nel mondo, fin dalla sua nascita, nel 2005, ed ancor prima faceva parte di Inca, l’associazione che l’ha preceduta. Negli ultimi cinque anni sono stati quattro gli artisti e intellettuali ospitati.
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