Prato – Un incontro urgente con il capo della protezione civile Guido Bertolaso per affrontare la questione dei danni subiti dalla Toscana a causa del maltempo di fine 2009. A chiederlo è il Commissario per il superamento dei danni del maltempo, Claudio Martini, insieme ai colleghi di Liguria e Emilia.
L’annuncio è stato fatto durante l’incontro del secondo tavolo istituzionale convocato presso la Provincia di Prato, per fare il punto sul Piano degli interventi necessari alla messa in sicurezza del territorio: al Tavolo hanno partecipato Province di Pisa, Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato, Anci e Uncem.? Secondo quanto reso noto dalla Regione, per la ricostruzione servono 520 milioni di euro.
Martini ha chiarito che nell’incontro con Bertolaso sarà necessario affrontare il problema dell’insufficienza degli stanziamenti stabiliti dal Governo fin qui. Stando ai dati raccolti dalla Regione, gli interventi effettuati in urgenza e già conclusi nelle nove province toscane colpite dal maltempo, ammontano a circa 26,3 milioni di euro. I danni subiti dalle imprese sono pari a 116 milioni mentre il valore dei prodotti danneggiati è di 34,7 milioni, di cui solo il 30% è rimborsabile. Ammontano a 12,4 milioni i danni ai privati.
Il commissario chiederà poi l’esclusione dai vincoli del Patto di stabilità delle spese per gli interventi in somma urgenza, che gli enti locali toscani hanno sostenuto fino ad oggi per la messa in sicurezza dei loro territori e di quelle che sosterranno nei prossimi mesi: una cifra che si aggira sui 316 milioni.
Infine Martini chiederà che alle imprese pistoiesi e pratesi sia concessa la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, così come è stato permesso ai titolari delle aziende di Pisa, Lucca e Massa Carrara. ?A questa richiesta sarà aggiunta quella di estendere la possibilità di sospensione dal pagamento dei contributi anche alle aziende che non siano state dichiarate inagibili, come invece prevede ad oggi l’ordinanza del 10 marzo, firmata dal presidente del Consiglio dei ministri.
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