Lucca – Un milione di anni fa, o forse due…c’era una fiera annuale del fumetto che si svolgeva al Palazzetto dello Sport di Lucca, dove il biglietto costava 5.000 lire, e dove la sete di fumetti e manga era tale, e poco il materiale a disposizione, da far proliferare, accanto agli stand ufficiali, i cosìdetti “abusivi”; qui arrivavano persone da tutta Italia che venivano guardati con una certa diffidenza dagli abitanti del posto.
Da allora sono passati circa vent’anni e chi non ha vissuto quel periodo non può rendersi veramente conto della magia che è riuscita a creare Lucca Comics and Games, oggi considerata la più importante mostra-mercato del fumetto in Italia, e che ieri, 1° novembre, ha chiuso l’edizione 2010 con oltre 135mila visitatori, nonostante due giorni di pioggia battente su quattro.
La prima sensazione che si prova a entrare oggi a Lucca Comics è lo smarrimento: la fiera, si estende su una superficie enorme, 22.000 mq, e conta ormai talmente tanti stand ufficiali (circa 500, quest’anno, tra case editrici e negozi di fumetti) da far girare la testa. Ormai totalmente integrata nel cuore della città di Lucca, dove i negozi realizzano vetrine a tema per i visitatori, la manifestazione, con tutte le sue aree games, fumetti, junior, i concerti, l’assegnazione degli awards, gli incontri con gli autori, non concede tregua e permette di trascorrere quattro giorni senza avere neppure il tempo di mettersi alla ricerca dei numeri mancanti per le proprie collezioni di fumetti.
L’evento non è mai noioso o ripetitivo e riserva sempre sorprese: come la scoperta del Japan Palace, dedicato a tutto ciò che è Giappone, dai manga ai prodotti tipici ma anche alla cucina nipponica; o come le invenzioni del Genio della Lampada, alias Angelo Paparcuri, allestite nella sezione Lucca Junior, capaci di rappresentare con ingegnosi macchinari complessi concetti filosofici. E poi le mostre allestite in città, quest’anno dedicate a Bonelli, ma anche a Gary Frank, autore di Superman e a James Gurney, l’inventore di Dinopia
Ospite d’onore dell’edizione 2010 è stato lo scrittore Terry Brooks, autore del ciclo di Shannara che ha elogiato la manifestazione, cogliendone l’essenza in questa battuta: “Ero venuto a Lucca 6 anni fa a fare il turista ma vederla così piena di giovani è fantastico: questo festival non ha paragoni, ambientato in un intero centro storico che ha splendide caratteristiche storico architettoniche”.
Simile ormai ad un grande carnevale, a Lucca Comics si aggirano infatti migliaia di ragazzi (e non) mascherati, i Cosplay, che raffigurano nuovi o vecchi personaggi dei fumetti o dei film: dall’immortale Lupin III a Jack Sparrow, da Alice nel Paese delle Meraviglie (quest’anno ha vinto la versione Tim Burton) a Sailor Moon e ad una miriade di nuovi personaggi che spesso, chi è fuori dal giro delle nuove uscite, stenta a riconoscere. Iniziato come passatempo, anni fa, sulla scia della moda giapponese, da qualche anno esiste un vero e proprio concorso per il miglior Cosplay e quest’anno sono stati in 1000 a partecipare.
Insomma, si può dire che l’evoluzione di Lucca Comics riflette la storia del fumetto in Italia negli ultimi vent’anni, passato da hobbies per bambini a genere artistico anche se non ancora riconosciuto ufficialmente: per questo l’impegno preso quest’anno dal Comune di Lucca sarà proprio quello di adoperarsi affinchè questo riconoscimento diventi ufficiale. “Vorremmo che il fumetto venisse riconosciuto quale espressione di arte, così come avviene in Francia – ha spiegato l’assessore alla Cultura e alla Politiche Giovanili di Lucca, Letizia Bandoni – Da Lucca chiederemo a livello istituzionale di fare un passo ulteriore, che ci porti a superare il fumetto quale fatto di costume, affinché le opere della nona arte siano riconosciute al pari, per esempio, di quelle letterarie”.
Nel frattempo Lucca Comics and Games 2010 ha chiuso i battenti dando appuntamento, come sempre, al prossimo anno.
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