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Diritto e internet: come navigare in sicurezza nel mondo del web

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Per molti internet è sinonimo di libertà ma navigare nel web non esclude le persone dal rispetto di determinate leggi. Esattamente come qualsiasi altro mezzo di comunicazione, infatti, anche la rete è soggetta a norme legislative, mutate dal fatto di vivere in una società di diritto.

Non sempre però il rapporto tra diritto e internet è chiaro a tutti, senza contare che lo stesso diritto talvolta non è del tutto adeguato a questo nuovo strumento: internet, infatti, pone nuove sfide sia ai legislatori che ai giudici, i primi chiamati a normare nuove tipologie di comportamenti (diffamazione online, cyberbullismo, diritto d’autore etc), i secondi ad affrontare casi che le riguardano.

Il rischio per l’utente medio è di non saper bene come muoversi quando si trova in rete, quali siano i suoi diritti ma anche i doveri, e fin dove arrivi la responsabilità civile e penale personale: a cercare di fare chiarezza su alcuni di questi aspetti è il libro Sinistri e Internet: responsabilità e risarcimento, scritto dall’avvocato fiorentino Deborah Bianchi.

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Esperta di diritto e internet, infatti, Deborah Bianchi non solo si occupa da anni di casi che riguardano il diritto online(dalla protezione dei dati personali, al rispetto della privacy, alla violazione del diritto d’autore) ma si adopera anche per promuovere la divulgazione di una corretta cultura giudiziaria digitale.

Nel libro sono stati raccolti casi reali e sentenze che riguardano vicende giudiziarie italiane ed internazionali: l’obiettivo è quello di creare una consapevolezza maggiore sul rapporto tra diritto e internet rivolta soprattutto agli addetti ai lavori, avvocati e giudici. Spunti interessanti sono presenti anche per chi vive su internet ogni giorno, per lavoro o svago.

Proprio per cercare di fare chiarezza sul binomio diritto e internet abbiamo rivolto alcune domande all’avvocato Bianchi.

Dott.ssa Deborah Bianchi, quali sono i comportamenti illeciti più diffusi su internet?

Premesso che il web e’ un’infrastruttura sempre in continua evoluzione e che quindi ciò che sto per affermare tra 1 anno sarà sicuramente superato, possiamo tentare un’analisi.

Il fake o furto di identità digitale a fini di vendetta contro gli ex amanti e’ sicuramente l’illecito più diffuso. Il fidanzato abbandonato posta on line il video hard della partner e la iscrive con tanto di numero di cellulare a una chat di incontri a scopi erotici unicamente per la soddisfazione di danneggiarle la reputazione.

A questo proposito in Rete si parla di revenge porn un fenomeno già sanzionato in America. In Italia comunque gli strumenti di tutela ci sono ma manca soprattutto la cultura etica digitale e la cultura giuridica digitale.

Cosa dobbiamo fare se siamo vittime di reati online?

Denunciare subito. E’ la prima cosa. Mai sottovalutare, mai rimandare.

Quello che può sembrare uno scherzo di cattivo gusto può degenerare con risvolti gravissimi per la nostra reputazione e per la nostra vita di relazione. In alcuni casi fino a spingere al gesto disperato del suicidio. Sto parlando sia di minori sia di adulti.

La denuncia si può eseguire presso i Comandi della Polizia Postale più vicini o sul loro sito web. Se la denunzia non ha esito occorre rivolgersi a un avvocato esperto di diritto dell’Internet per vagliare insieme la strategia difensiva più adatta.

Una cosa assolutamente da evitare e’ cercare lo scontro col persecutore perché potrebbe innescarsi una viralizzazione dei contenuti lesivi. Mi spiego: l’illecito digitale e’ come un cancro. Se vai dallo specialista in tempo puoi salvarti, se invece aspetti troppo si attivano le metastasi (viralizzazione) e non c’è più nulla da fare.

Tra i casi di cui parla nel libro c’è il tema, purtroppo attuale, del cyberbullismo: cosa può fare un ragazzo vittima di questo tipo di attacco?

Si, ci sono molti casi di cyberbullismo e cyberstalking.

La prima cosa da fare e’ informare subito un adulto di fiducia. Potrebbe poi chiedere informazioni alla Polizia Postale o sporgere direttamente denuncia. Se il social media in cui si svolge il reato dispone di “Tasti antiabuso” può procedere a segnalare il post come lesivo. Per esempio Facebook da’ la possibilità di segnalare il post offensivo. Altri social invece non lo prevedono. Ask.fm e’ un social pericoloso perché si svolge anche nell’anonimato e nei fatti è finito diverse volte al centro delle critiche proprio a causa delle dinamiche comunicative innescate.

A quanto può ammontare un risarcimento per sinistri su internet?

Poco, pochissimo. Troppo poco. Si parte da 2.000,00 euro fino a un massimo di 30.000,00 salvo rare eccezioni che sono arrivate fino a 70.000,00.
Allora la domanda adesso la pongo io: quanto vale la persona on line? Una società che vuole attivare le Smart Cities può permettersi di dare più valore alla tecnologia e all’efficienza prima e oltre il valore della persona? Chi lo dice ai familiari delle vittime digitali che la vita dei propri cari non vale nulla?

Secondo lei, il sistema giudiziario italiano è pronto (per conoscenza e organizzazione) a gestire casi che arrivano dal mondo di internet?

No, purtroppo. Esistono delle rare isole felici nella Magistratura dove fioriscono sentenze avanguardiste ma la maggioranza del sistema e’ apatico su questa materia.
Occorrerebbe una imponente campagna di sensibilizzazione sul tema.

Nel libro si parla anche della possibilità di creare forme di assicurazione online: esattamente di cosa si tratta e a chi dovrebbero essere rivolte?

Esiste in Italia una sola compagnia assicurativa che ha un prodotto sull’assicurazione della web reputation ma e’ rivolta unicamente alle grandi aziende. Vi ricordate ad esempio l’uscita del padron della Barilla sugli omosessuali? Provate solo a immaginare quanti milioni di euro in termini di cattiva reputazione del marchio e’ costata quell’uscita. Questo e’ il tipo di sinistro che va a coprire la polizza brand reputation della compagnia assicurativa.

Le polizze assicurative a favore delle vittime digitali non esistono. Esse dovrebbero essere sopportate da chi trae vantaggio dal web ovvero da tutti gli stakeholders della Rete. Inoltre potrebbe essere istituito un Fondo per le vittime digitali a fini assistenziali di carattere psicologico, sociologico e giuridico”.

Quanto è importante oggi avere una cultura digitale?

E’ vitale altrimenti sei tagliato fuori.

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Avere una cultura digitale significa sapere anche quali sono i propri diritti/doveri quando si naviga online: per questo, oltre al libro Sinistri e Internet, l’avvocato Deborah Bianchi ha realizzato un breve decalogo rivolto a tutti coloro che navigano online, con indicazioni per difendersi dalle insidie di Internet.

Per consultare e scaricare il decalogo, clicca qui.

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Posted by on 10 Ottobre 2016. Filed under In primo piano,O3 Web Notizie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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