Arezzo – Sono circa 60.000 ogni anno le morti in Italia per arresto cardiaco; vittime sono spesso anziani ma ci sono anche giovani e sportivi. Per cercare di diminuire il numero di decessi dovuti a questa causa tra i giovani, e in particolare tra i giocatori di calcio, la Regione Toscana, insieme ad Aziende Sanitarie, Figc e Lega Nazionale Dilettanti ha deciso di dotare i centri sportivi di 100 defibrillatori semiautomatici, incrementando la presenza di personale qualificato per garantire un rapido soccorso in caso di necessità.
I defibrillatori saranno consegnati in comodato d’uso nei prossimi giorni dalle Asl ad un primo gruppo di società dilettantistiche, di cui 14 ad Arezzo, dove sono già state formate circa 80 persone, (4/5 a società).
“La storia dello sport, sia dilettantistico che professionistico, è tragicamente punteggiata da morti improvvise, anche nel calcio – spiega il direttore generale della Usl di Arezzo, Enrico Desideri – Basta pensare che su 224 casi accertati di morte improvvisa per arresto cardiaco negli ultimi trenta anni in Italia in ambito sportivo, il 50% è avvenuta su un campo di calcio“.
Le 14 società aretine rappresentano un inizio in questo senso. La Asl fa sapere, infatti, che grazie alla collaborazione della Fondazione Cesalpino, sta mettendo a punto un nuovo progetto, denominato “Arezzo cuore”, che porterà alla distribuzione di altri 100 defibrillatori in supermercati, farmacie, forze dell’ordine e luoghi di aggregazione.
“L’arresto cardiaco nell’85% dei casi è indotto da una tachicardia o fibrillazione ventricolare che se non viene trattata precocemente conduce invariabilmente alla morte – spiega Massimo Mandò responsabile della Centrale Operativa 118 di Arezzo – La defibrillazione elettrica, in questi casi, rappresenta l’unico mezzo a disposizione per intervenire, ma per essere efficace va effettuata nei primi 4-6 minuti dall’insorgenza dell’evento”
Ne sa qualcosa il portiere 32enne che nell’ottobre dello scorso anno venne salvato proprio grazie all’utilizzo di un defibrillatore dopo che si era accasciato in campo durante una partita di calcio a Casalguidi nel comune di Serravalle Pistoiese.
I defibrillatori sono stati sempre usati dai medici, ma grazie una legge approvata nel 2001 dal Governo viene riconosciuto anche ai singoli cittadini il diritto/dovere di usarli. “Considerata l’evoluzione tecnologica che hanno avuto, oggi sono utilizzabili da tutti – conclude Mandò – Sono in grado di leggere autonomamente il cuore del paziente, possono decidere di erogare la scarica elettrica quando è necessaria, segnalano se il paziente si è ripreso oppure se necessita di altre scariche. Per usarli occorre solo un breve corso di alcune ore”.
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