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Subacquea: da Grosseto 10 regole per immersioni sicure

Grosseto – L’ultimo incidente mortale risale a circa un mese fa in Sardegna: Paolo Costa, 60 anni subacqueo di una troupe televisiva di Geo&Geo, è morto durante un’immersione nella sorgente carsica di Su Gologone; la sua compagna di immersione nel tentativo di salvarlo, affrettò i tempi di decompressione e per questo venne ricoverata in camera iperbarica all’ospedale de La Maddalena.

Fare immersioni non è uno scherzo. Per questo l’ospedale Misericordia di Grosseto, con l’arrivo dell’estate, ha diffuso un decalogo per poter effettuare immersioni in sicurezza e senza rischi per la salute: si tratta di 10 regole d’oro che ogni sub dovrebbe rispettare prima di intraprendere l’attività di immersione, almeno secondo i medici che operano al Centro di Medicina iperbarica.

Qui, infatti, ogni anno vengono trattati una media di 15/20 sub per problemi legati alle immersioni, anche se le chiamate per problemi minori arrivano a 40/45 all’anno. Le patologie più frequenti sono embolia, lesioni dovute a traumi da schiacciamento, ferite che non cicatrizzano, infezioni ossee e dei tessuti molli, intossicazione da monossido di carbonio. Per cercare di ridurre i rischi, ecco quindi le regole da rispettare.

Si comincia da quella più banale, ovvero accertarsi di essere in buone condizioni fisiche facendosi rilasciare un certificato medico: secondo quanto riferito dalla Asl di Grosseto si tratta di una condizione poco considerata, tanto che spesso le persone decidono di prendere il brevetto direttamente nei luoghi di vacanza. Il brevetto va ovviamente mantenuto efficiente, non deve essere utilizzato una volta ogni tanto e occorre evitare di raggiungere profondità che non si è in grado di gestire. Mantenere una buona condizione fisica è essenziale così come, se non ci si immerge da tempo, eseguire le prime immersioni con prudenza, evitando le correnti o le profondità elevate, e immergersi solo se ci si sente bene.

Usciti dall’acqua è necessario non fare sforzi nelle ore successive per consentire una desaturazione ottimale; non andare in montagna e non prendere un aereo nelle 12 ore successive all’immersione per evitare ulteriori sbalzi pressori; programmare bene l’immersione pianificando ogni aspetto, studiando le correnti, la profondità e andando sempre in coppia; conoscere la propria attrezzatura e mantenerla efficiente.

Il Centro di medicina iperbarica del Misericordia, attivato nel ’95 proprio in risposta all’aumento di incidenti subacquei, in una zona a forte vocazione turistica, è a disposizione al numero 0564.485446, per consulenze e informazioni, sia per chi si avvia all’attività di immersione che per le persone che lo fanno da tempo.

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Posted by on 23 Giugno 2010. Filed under Salute. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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