“La situazione del patrimonio culturale in Siria e Iraq è di una gravità estrema, come non si verificava dalla II Guerra Mondiale. E’ necessario che la Comunità Internazionale si attivi per supportare chi opera sul territorio e salvare quanto ancora non è andato distrutto” è l’appello che il Prof. Paolo Brusasco, docente di di archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova, lancerà durante TourismA 2017, che si terrà a Firenze dal 17 al 19 febbraio.
Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, e il Prof. Paolo Brusasco, docente di archeologia all’Università di Genova
Le conseguenze della guerra in corso in Medio Oriente per il mondo della cultura saranno uno dei temi principali che verranno affrontati in questa III edizione del Salone Internazionale dell’Archeologia, che vedrà la partecipazione di 240 relatori per 30 convegni.
Medio Oriente: Brusasco, “La Comunità Internazionale si attivi per salvare Ninive”
L’affermazione dell’Isis (o Is) in Medio Oriente e il conflitto in Iraq e Siria hanno conseguenze drammatiche non solo per le popolazioni civili ma anche per il patrimonio culturale di questi paesi.
Alla distruzione del patrimonio archeologico non concorre però solo l’Isis ma tutte le forze in campo, dall’esercito di Assad alle forze alleate, a cominciare dai russi che sui resti della necropoli di Palmira hanno costruito una base militare.
“Attualmente sono due le zone più a rischio: Mosul, ancora sotto attacco da parte delle forze di liberazione irachene, e la piana di Ninive, liberata il 17 gennaio scorso ma dove ancora nessun archeologo ha potuto mettere piede a causa dei bombardamenti nelle aree vicine – spiega il prof. Paolo Brusasco, che su Archeologia Viva tiene una rubrica sulla situazione di Iraq e Siria – Sappiamo che a Ninive sono stati compiuti distruzioni e saccheggi, come quello al palazzo di Sennacherib, di cui a TourismA mostrerò le foto”.
(N.d.R ringraziamo il prof Paolo Brusasco per le foto in anteprima che ha voluto inviarci a corredo della sua intervista)
La piana di Ninive è sede di un immenso patrimonio culturale, non solo perchè qui fiorì la civiltà Assira ma anche perchè in questi luoghi nacque il cristianesimo, di cui sono testimonianza le numerose chiese: da qui l’appello che il prof. Brusasco lancerà a TourismA affinché la comunità internazionale si attivi per salvare quanto rimasto in piedi.
“Si fa molto per la documentazione dei danni ma pochissimo per la prevenzione perché mancano rapporti tra la Comunità Internazionale e le realtà locali – conclude il Prof. Paolo Brusasco – Si parla pochissimo dei cosiddetti monuments men che in Siria si sono adoperato per salvare molti reperti nei musei, sotto i bombardamenti di Assad. Queste figure sono spesso abbandonate a se stesse, non vengono riconosciute perché considerate anti-governative mentre in realtà si tratti di ribelli moderati con i quali sarebbe possibile fare prevenzione sul campo per salvare il patrimonio archeologico ed è tempo che la comunità internazionale lo faccia”.
Buone notizie arrivano invece da Nimrud, l’antica capitale assira del IX sec a.c. bombardata da Isis nel 2015-16: secondo quanto riferito dal prof Brusasco sembra che le macerie dei famosi rilievi decorativi del Palazzo di Nimrud, siano ancora tutte in loco e forse almeno in parte recuperabili.
TourismA 2017: dalla tomba di Tutankhamon ai marmi del Partenone
Non sarà solo il Medio Oriente il protagonista a TourismA 2017: come anticipato nella conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta in Palazzo Vecchio nei giorni scorsi, ampio spazio avrà anche l’Egitto, con l’archeologo Zahi Hawass che aprirà la manifestazione con un convegno dedicato al Faraone Tutankhamon.
Proprio in onore del celebre faraone bambino, è prevista un’iniziativa speciale: la ricostruzione della tomba scoperta da Howard Carter nel 1922. La tomba di Tutankhamon sarà ricostruita in scala 1:1 grazie all’abilità di Gianni Moro, artigiano ed appassionato di egittologia, e sarà visitabile dal pubblico.
A TourismA 2017 si parlerà anche delle ultime scoperte a Pompei, della vera natura del popolo dei Longobardi, che avranno un relatore d’eccellenza nel prof Franco Cardini, fino all’annosa diatriba dei Marmi del Partenone: a questo proposito, interverrà all’evento anche il ministro greco della cultura, Lydia Koniordou, e verrà annunciata la nascita del comitato italiano a favore della restituzione dei marmi alla Grecia da parte del British Museum.
Tra i tanti ospiti illustri che interverranno anche la coppia Piero e Alberto Angela: in particolare a Piero Angela sarà consegnato dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini un premio alla carriera per l’impegno nella divulgazione scientifica.
Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito internet ufficiale.
Turismo archeologico: dati e offerte a confronto
Parlare di archeologia oggi vuol dire anche occuparsi di turismo: non a caso a TourismA 2017 ci sarà anche CISET, Centro Internazionale Studi Economia Turistica, che presenterà i dati sul turismo archeologico e culturale in Italia e le possibilità offerte ad operatori e destinazioni.
Non mancheranno inoltre le offerte culturali da parte di paesi come Egitto, Turchia ed Algeria. Quest’ultima tornerà ad affacciarsi sul mercato internazionale dopo un lungo periodo di instabilità, per aprire il proprio patrimonio, dalle città romane al sistema delle oasi.
Comunicazione e virtuale: i nuovi orizzonti dell’archeologia
Infine a TourismA 2017 non potrà mancare uno spazio dedicato allo sviluppo dei linguaggi della comunicazione archeologica, con workshop che affronteranno proprio le evoluzioni degli ultimi anni e l’analisi degli strumenti a disposizione.
“Il mondo dell’archeologia è in completa trasformazione – ha concluso Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva e promotore di TourismA – L’archeologia italiana è sempre stato un mondo molto autoreferenziale ma da qualche tempo ci siamo accorti che per mantenere i musei servono soldi e che lo Stato non li ha più. C’è quindi bisogno del pubblico e per questo musei e siti stanno cercando di cambiare il modo di comunicare sia grazie alla pannellistica sia attraverso l’uso di nuovi tecnologie, come le ricostruzioni virtuali”.
Ma in Italia la strada, da questo punto di vista, sembra ancora lunga: secondo l’Osservatorio Digitale del Politecnico di Milano solo il 57% dei musei ha un sito internet e solo il 41% è presente sui social (Facebook, Instagram e Twitter), un dato che scende al 13% se si considera la presenza su tutti e tre i social.
Infine solo il 20% dei musei ha allestimenti interattivi per la fruizione del proprio patrimonio culturale.
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