Firenze – I dati sull’occupazione parlano ormai di vera e propria emergenza.
Per questo la Toscana, tra le prime in Italia, sperimenterà anche l’assegno di ricollocamento, ovvero quella ‘dote’ che i decreti attuativi del Jobs Act assegnano a ciascun disoccupato o a chi è a rischio disoccupazione e che sarà pagato a centri per l’impiego o agenzia private, a scelta del lavoratore, per un’assistenza e un tutoraggio mirati: incassabile – e qui sta la novità – per la parte più grande solo a ricollocamento avvenuto. Un incentivo a ben lavorare.
L’obiettivo è far ritrovare un lavoro a chi l’ha perso, a chi un impiego ce l’ha ma è intermittente, a chi è a rischio e già sta usufruendo della Naspi, la nuova indennità di disoccupazione, ed è senza impiego da almeno quattro mesi.
La Toscana metterà dunque a disposizione per almeno 1.300 lavoratori – ma potrebbero essere anche 1.500 o più – voucher formativi da spendere in percorsi professionalizzanti e in settori dove maggiore è giudicato l’impatto e la ricaduta occupazionale.
A disposizione ci sono 3 milioni e 900mila euro.
“L’assegno non sarà definito a livello nazionale fino alla fine dell’anno – ha spiegato l’assessore regionale alla formazione Cristina Grieco, che ha portato il provvedimento in giunta -. Così in Toscana abbiamo deciso di giocare d’anticipo e sperimentare la nuova formula da subito, per affrontare un problema grave come quello dell’occupazione”.
Il servizio di assistenza personalizzata pagato dall’assegno di ricollocamento servirà a mettere a valore l’intervento formativo finanziato. A disposizione ci sono un milione e 100mila euro. Un quarto dell’assegno è destinato a pagare l’attività svolta dall’agenzia – quella privata, per i centri per l’impiego pubblici è già compresa negli stanziamenti ordinari – ed è la quota fissa; il resto sarà modulato in base ai risultati conseguiti e proporzionalmente al tipo di contratto stipulato, più alto se a tempo indeterminato e a seconda del profilo, da seicento e tremila euro complessivi.
I voucher per la formazione saranno assegnati attraverso un avviso pubblico prima della fine di giugno.
Potranno riguardare esclusivamente percorsi professionalizzanti che abbiano ottenuto il riconoscimento della Regione e realizzati da agenzie formative accreditate, nei settori dove maggiore è la ricaduta occupazionale. Potranno essere utilizzati per corsi finalizzati al rilascio di una qualifica professionale (fino a 3.000 euro), per percorsi di certificazione delle competenze (450 euro come contributo massimo) o corsi dovuti per legge (250 euro), eccezion fatta per quelli relativi alla sicurezza e pronto soccorso. Nelle graduatorie avranno priorità i lavoratori con l’Isee più basso, l’indice oramai noto che misura reddito e patrimonio, e il carico familiare maggiore. Il terzo criterio di premialità riguarda la più lunga disoccupazione. Non ci sono invece limiti di età. I corsi dovranno essere avviati entro sei mesi e dovranno essere terminati non più tardi di un anno dall’avvio.
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