“Oggi è una giornata storica che mette fine ad una diatriba lunga 75 anni, grazie al lavoro di squadra e collaborazione tra Italia e Germania” così il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, ha salutato questa mattina a Firenze il ritorno in Italia del quadro “Il Vaso di fiori” di Jan Van Huysum.
La cerimonia ufficiale di restituzione del quadro dalla Germania all’Italia si è tenuta nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, alla presenza del Ministro Bonisoli, del Ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero, del Ministro degli Esteri tedesco, Heiko Mass, e del Comandante dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri.
A fare gli onori di casa è stato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, colui che a inizio anno aveva sollevato la questione della mancata restituzione del dipinto.
“Il vaso di fiori” del pittore olandese Jan Van Huysum era stato trafugato da Palazzo Pitti nel 1940 dalle truppe naziste, insieme ad altre opere d’arte, durante la ritirata della II Guerra Mondiale.
Dell’opera, finita nelle mani di un soldato tedesco che l’aveva spedita alla moglie, si erano perse le tracce fino al 1989, quando la famiglia del soldato si era rivolta alla Pinacoteca di Stato Bavarese per ottenere informazioni sull’autenticità.
Ne era nato un lungo e difficile iter per tentare di ottenere la restituzione del dipinto, culminato anche nell’apertura di un fascicolo, da parte del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, per tentata estorsione ai danni dell’Italia nei confronti della famiglia tedesca.
Il 1 gennaio del 2019, il direttore Eike Schimdt era tornato nuovamente sulla questione, lanciando un appello pubblico a tutti gli attori, attraverso la pubblicazione di un video, e collocando una riproduzione del dipinto con scritto sopra rubato al posto dell’originale. L’appello è stato evidentemente ascoltato sia dal governo italiano che da quello tedesco, che nella figura del ministro Heiko Mass, si è adoperato per far pressione sulla famiglia fino ad ottenere la restituzione dell’opera.
“A Firenze mancava qualcosa e siamo felici oggi di poter colmare questo vuoto per il quale ringrazio le autorità italiane – ha dichiarato il ministro tedesco Heiko Mass – A oltre 70 anni dalla fine della II guerra mondiale, il tema delle opere trafugate non è ancora un capitolo chiuso: l’arte ci unisce e ci aiuta a creare cultura e identità, è il nucleo dell’identità europea. L’Europa è stata sottoposta a dure prove, su temi come l’economia e i migranti ma se vogliamo tutelare i nostri valori comuni non dobbiamo lasciare soli i singoli paesi. C’è bisogno di solidarietà tra paesi dell’Europa”.
“Oggi si chiude una storia lunga 75 anni, grazie alla collaborazione tra Italia e Germania – ha commentato Alberto Bonisoli – È importante che la sensibilità nei confronti del tema delle opere d’arte trafugate giunga a livello politico. I problemi da affrontare sono molti a cominciare dalla difformità dei sistemi giudiziari nei singoli paesi ma questa vicenda mostra che quando c’è volontà politica le norme si possono cambiare”.
Bonisoli ha quindi lanciato un appello alla nuova legislatura dell’Unione Europea che si sta aprendo: “Siamo all’inizio di una nuova legislatura in Europa e questo potrebbe essere quindi un tema sul quale tutti i governi potrebbero impegnarsi a lavorare per rendere più semplice la restituzioni di opere d’arte”.
“Il vaso di fiori” di Van Huysum è solo l’ultimo dei tanti casi di restituzioni di operr trafugate, attività nella quale l’Italia, con il Nucleo dei Carabinieri, è impegnata ogni giorno. E’ tutt’ora in corso, ad esempio, il contenzioso con il Getty Museum per la restituzione dell’Atleta Vittorioso di Lisippo.
Per quanto riguarda le opere trafugate durante la II Guerra Mondiale, sono ancora numerosi i pezzi che mancano all’appello. “Ci sono molti altri dossier sui quali stiamo lavorando e che coinvolgono non solo il governo tedesco – ha proseguito Bonisoli, – Ci sono trattative a livello diplomatico che al momento è bene non vengano divulgate”.
Il tema delle opere d’arte trafugate dai nazisti aveva ispirato alcuni anni fa anche il film “Monuments Men” diretto da George Clooney e basato sull’omonimo libro dello scrittore statunitense Robert Edsel, che non a caso era presente alla cerimonia questa mattina.
Proprio l’attività dei Monuments Men, infatti, ha impedito che le opere trafugate dall’Italia fossero molte di più: tra questi impossibile non ricordare la figura di Rodolfo Siviero, che a Firenze ha un museo a lui dedicato. Siviero infatti non solo si adoperò per salvare le opere durante l’occupazione nazista ma diede il via, nel dopoguerra, a quell’attività di ricerca e recupero che ancora oggi viene portata avanti dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri.
“Ogni caso è diverso e non esiste un modello da seguire – ha concluso il ministro tedesco Heiko Mass – Le trattative per le restituzioni sono delicate e coinvolgono anche terze persone, non sempre quindi possono essere rese pubbliche”.
Intanto, Firenze festeggia il ritorno del quadro di Jan Van Huysum a Palazzo Pitti: numerose le autorità intervenute oggi alla cerimonia tra le quali, il sindaco Dario Nardella, il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani e l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori.
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