Firenze – La Toscana, prima regione d’Italia, ha deciso di disciplinare tirocini e stage, ponendo vincoli ben definiti e precisi in modo da scoraggiare l’uso distorto di uno strumento che negli ultimi anni, soprattutto quelli della crisi, è proliferato in maniera enorme, spesso distorta e che oggi si vuole invece riportare alla sua principale funzione formativa.
Per sostenere questo percorso la Regione mette a disposizione 30 milioni di euro nel triennio 2011-2013.
L’intesa con sindacati e associazioni di categoria è stata firmata dall’assessore regionale alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini.
Tre le finalità principali del protocollo: quella appunto di riportare l’uso dei tirocini alla loro caratteristica principale di occasione di formazione, a stretto contatto con il mondo del lavoro, approvare la Carta dei tirocini e degli stage di qualità e l’avvio del confronto per la definizione di una specifica proposta di legge regionale, che sarà la prima in Italia su questa materia.
Proprio la Carta dei tirocini e degli stage di qualità è il cuore dell’intesa con le parti sociali e definisce con precisione ciò che si intende per tirocinio, i soggetti promotori, le modalità di attivazione e di applicazione, la durata, il trattamento economico. La carta sarà operativa a partire dal 1° giugno 2011.
I promotori dei tirocini possono essere i centri per l’impiego, gli enti bilaterali, le associazioni datoriali e i sindacati , i privati accreditati e le università. L’attivazione verrà regolata da una convenzione fra promotore e azienda ospitante.
La durata può andare, secondo i profili professionali, dal minimo di uno, fino a sei mesi, per arrivare ad un anno per i più qualificati. Per i soggetti disabili il tirocinio può essere esteso fino ad un massimo di 24 mesi.
“Abbiamo inserito – spiega Simoncini – il fatto che tirocini e stage non possono servire a sostituire i contratti a termine o il personale in malattia, maternità o ferie e neppure per sopperire ad altre necessità aziendali. Abbiamo inoltre stabilito che l’impresa non può avvalersi per più di una volta dello stesso tirocinante o aver usufruito di cassa integrazione per attività equivalenti a quelle del tirocinio. Per questo abbiamo previsto la possibilità di attribuire borse di studio di 400 euro mensili (a titolo di rimborso spese) cui la Regione, a fronte dell’impegno garantito dalle aziende, contribuirà per 200 euro, nel caso in cui il destinatario sia un disoccupato fra i 18 e i 30 anni, mentre per i disabili l’importo sarà a totale carico della Regione”.
Se poi l’azienda, alla fine del tirocinio, decide di assumere il giovane (di età compresa fra i 18 e i 30 anni) con un contratto a tempo indeterminato, la Regione mette a disposizione incentivi pari a 8mila euro, che saranno elevati a 10mila euro in caso di tirocinanti appartenenti alle categorie previste dalla legge sul lavoro dei disabili.
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