Firenze – Chi ha una famiglia con figli lo sa bene: le scelte da tempo si sono fatte più oculate, non si compra più nel negozio sotto casa; si cercano le offerte e le promozioni della grande distribuzione sia per il cibo che per l’abbigliamento. Si acquistano i prodotti scontati e capita sempre più di frequente di vedere al supermercato gli acquirenti che si aggirano per i reparti con la lista della spesa in una mano e nell’altra il volantino con delle offerte.
A confermare quello che sperimentiamo da consumatori, arrivano i numeri, elaborati dal Centro Studi di Unioncamere Toscana, secondo i quali le vendite al dettaglio nel secondo trimestre dell’anno, continuano a scendere.
I cali più sensibili riguardano le piccole imprese, -7,8% in media per quelle con meno di 6 dipendenti, ma anche le realtà maggiormente strutturate – 20 dipendenti e oltre – vedono calare le proprie vendite del 2,6%.
Per quanto riguarda i comparti merceologici nel secondo trimestre lo specializzato alimentare perde il 5,6% ; il no-food registra un -7,5% in termini di fatturato, trascinato al ribasso soprattutto dai prodotti per la casa ed elettrodomestici (-9,1%) e da abbigliamento ed accessori (-8,2%).
L’unico comparto in crescita è quello costituito dall’insieme degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, con un +0,5% di fatturato fra aprile e giugno 2012 grazie anche a forti politiche di contenimento prezzi e promozioni.
Il tessuto commerciale toscano si sta sfaldano, dice Vasco Galgani, Presidente Unioncamere Toscana che chiede alla Regione un intervento per qualificare e sostenere l’offerta del commercio al dettaglio permettendo così una vera crescita dei punti vendita, non basata solo sulla competizione sui prezzi.
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