Firenze – “Tutta la Toscana al fianco del Maggio”. Questo il chiaro invito lanciato dal Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha ricevuto i rappresentanti sindacali dei lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino, insieme all’assessore alla cultura Cristina Scaletti.
Tra le azioni immediate annunciate da Rossi a favore della Fondazione del Maggio c’è l’incontro che si terrà a breve con il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, la partecipazione alla manifestazione indetta dai sindacati a Roma per il prossimo 17 maggio e l’eventuale ricorso contro il decreto d’urgenza del ministro Bondi perché incentrato su materia che è in concorso con le Regioni.
Nel medio periodo, il Presidente ha indicato ai rappresentanti sindacali altre azioni possibili, a partire dalla necessità di un diverso sistema di gestione della fondazione lirica.
“Sono necessari interventi di razionalizzazione delle spese e dell’organizzazione, su cui proprio le organizzazioni sindacali hanno già dichiarato la propria disponibilità a trattare, certo nel rispetto della qualità e dei diritti del lavoro – ha spiegato Rossi -. Per questo occorre rafforzare la presenza di privati nel consiglio di amministrazione, per il quale mi impegno inoltre a sollecitare la nomina dei rappresentanti della Regione da parte del Consiglio. Ma centrale è anche, pur nel rispetto della fiorentinità del Maggio, la partecipazione dell’intera Toscana, della metropoli Toscana di tre milioni e mezzo di abitanti, alla difesa di un patrimonio prestigioso che appartiene a tutti”.
“Certo – ha aggiunto dal canto suo l’assessore Scaletti – che occorrerà impegnarsi per ottenere forme di defiscalizzazione dei contributi che attirino i fondi privati nella cultura. Solo così si potranno raggiungere livelli di finanziamento che mettano il Maggio come tutte altre fondazioni italiane a livelli di concorrenzialità con enti come, ad esempio, l’Opéra di Parigi che, da sola, riceve quanto i nostri quattordici organismi lirici”.
“Prioritario, e anche bello – ha poi concluso Rossi – sarebbe anche poter richiamare subito a lavorare a Firenze il giovanissimo primo flauto Paolo Taballione, che se ne è dovuto andare a Monaco. Sarebbe una risposta esemplare contro il precariato giovanile e l’indicazione di una inversione di tendenza. Invece, a quanto pare, il governo sembra privilegiare la scelta di un federalismo alla rovescia, mettendo a carico di Regioni ed Enti locali impegni crescenti a fronte di tagli indiscriminati dei contributi statali. Così sta facendo nella cultura come nella scuola”.
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