Firenze – Duemila anni di storia del vino narrati attraverso sculture, affreschi e mosaici. Si va dai reperti che mettono in luce l’origine della viticoltura in Asia e in Egitto, a quelli che manifestano i significati simbolici, religiosi e culturali del vino nel mondo ellenico, fino al tempo dei Romani, quando fu operata la produzione e diffusione del vino su larga scala.
“Vinum nostrum. Arte, scienza e miti del vino nelle civiltà del Mediterraneo antico” apre i battenti oggi, martedì 20 luglio, nelle sale del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze.
Tra i reperti proposti dalla rassegna, che rimarrà aperta fino al 15 maggio, il più antico vaso usato dall’uomo per contenere il vino e la statua la “vecchia ubriaca”, copia romana di un originale del secondo secolo a.C., che rappresenta i pericolosi effetti dell’eccessivo consumo di vino.
La rassegna racconta, attraverso il vino, duemila anni di storia: il consumo nel mondo antico, la diffusione geografica della coltivazione, le tecniche agricole, la varietà e le caratteristiche genetiche delle uve, la produzione, il trasporto, le adulterazioni.
La mostra è accompagnata da Vinoingiardino, una serie di incontri per i visitatori con degustazioni e dibattiti, in programma nel Giardino di Boboli e nel Giardino di Villa Bardini.
Informazioni dettagliate sul sito ufficiale della mostra.
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