Grosseto – La sala da pranzo, con il piede di bronzo di uno dei klinè, i lettini usati durante il pranzo, e suppellettili come una splendida brocca integra, un bacino per condire le pietanze e resti di anfore: è quanto emerso durante la seconda campagna di scavo nella domus etrusca di Vetulonia.
L’abitazione, risalente a 2400 anni fa, venne scoperta a maggio 2010: si tratta di una casa aristocratica, nel quartiere di Poggiarello-Renzetti. Secondo gli archeologi, la domus era impostata su un atrio centrale a cielo aperto, con tetto a quattro falde e vasca centrale dell’impluvio a terra per raccogliere le acque piovane: l’ingresso, ancora da scavare, doveva aprirsi verso la via dei Ciclopi. I due nuovi ambienti scavati facevano parte della zona residenziale.
Dopo il settore della dispensa, dei magazzini, infatti, ora è emersa la sala da pranzo, il triclinio, dove i signori della domus si ritrovavano a consumare i pasti distesi sui loro letti conviviali (Klinè). La stanza era in origine intonacata e dipinta a colori vivaci, di cui alcuni resti sono visibili su uno dei muri del vano.
Nella stanza sono rimasti arredi di marmo, come sostegni a forma di colonnino e basette, che forse sorreggevano piccole tavole dove appoggiare i vasi e gli alimenti del banchetto; una vaschetta di marmo ornata da una testina di animale. A destare l’ammirazione degli archeologici è soprattutto lo splendido pavimento in cocciopesto, impreziosito dall’inserimento di alcune tesserine da un centimetro di marmo bianco.
“Stanno riemergendo dalla terra le stanze delle case aristocratiche di cui parlava Isidoro Falchi e che nessuno finora era riuscito mai a vedere – spiega la direttrice del museo civico, Simona Rafanelli – Ogni stanza della casa ci aiuta a ricostruire un pezzo di storia degli Etruschi di Vetulonia prima del grande incendio che distrusse la città”.
Commenti recenti