Arezzo – Ad un anno dal terribile terremoto che ha colpito Haiti, il 12 gennaio 2010, ed ha visto la mobilitazione per gli aiuti anche dalla Toscana, la situazione nel paese del centro America è ancora lontana da un ritorno alla normalità: secondo l’Ong aretina, Oxfam Italia, nonostante il successo della risposta alla prima emergenza, ad oggi, solo il 42% degli aiuti internazionali promessi è stato elargito, con solo il 5% delle macerie rimosse e il 15% degli alloggi temporanei necessari costruiti. Inoltre la popolazione haitiana, è vittima ormai da mesi di una terribile epidemia di colera. L’Ong invita quindi ad un impegno maggiore per cercare di far ripartire il paese, tracciando un bilancio di quanto fatto in questo anno.
Oxfam, presente ad Haiti con oltre 900 operatori, il 90% dei quali haitiani, collabora infatti con oltre 100 organizzazioni nella gestione di programmi per fornire acqua, servizi igienici, scorte alimentari, mezzi di sostentamento, attività di tipo psicosociale e sostegno all’agricoltura. Il lavoro per riparare i danni del terremoto durerà circa tre anni.
Dei 98 milioni di dollari raccolti per l’emergenza terremoto, l’Ong ne avrebbe spesi 68, assistendo più di 500mila persone. In particolare dall’Italia sono arrivati 536.000 euro, di cui 200.000 spesi principalmente per attività di sostegno all’agricoltura, ma anche per fornire assistenza sanitaria e garantire acqua, misure igieniche e sanitarie alla popolazione.
Nel rapporto l’Ong rende noto di aver dato accoglienza, nei primi giorni post-terremoto, a 1600 sfollati, grazie alla raccolta fondi sostenuta, tra gli altri, da Regione Toscana, Provincia e Comune di Arezzo, oltre che da moltissimi cittadini. Successivamente, è stato allestito a Leogane, nei sobborghi di Port au Prince, una struttura sanitaria da campo, che ha permesso di fornire assistenza medica generale e specialistica a oltre 10 mila persone.
Oxfam sta lavorando adesso, oltre che per combattere l’epidemia di colera, anche per far ripartire l’economia haitiana, a partire dal progetto di riattivazione della produzione agricola nel nord del paese, sostenuto dal Ministero degli Esteri, dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e da Lega Coop. Un progetto che, spiega l’Ong, continuerà per i prossimi due anni. Altro esempio è il programma “Cash for work”, che ha coinvolto gli haitiani nelle operazioni di assistenza in cambio di un salario, immettendo così nuova moneta per stimolare la domanda e far ripartire il sistema economico.
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