Si sono seduti a terra in piazza Duomo a Firenze: ristoratori, barman, chef, animatori dello svago e del tempo libero hanno protestato così contro la scure che si è abbattuta su di loro in seguito alle misure previste dall’ultimo Dpcm.
La manifestazione organizzata da Fipe-Confcommercio ha visto protagoniste altre 17 piazze italiane dove i ristoratori hanno messo simbolicamente a terra i loro “coperti”; una “mise en place” con tovaglie di 3 metri per 3 a terra e seduti intorno, gli chef dell’associazione italiana cuochi con tutte le professionalità legate al mondo della ristorazione e della somministrazione.
“Chiediamo di poter lavorare, altrimenti questo è un lockdown mascherato”, ha detto il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni che ha aperto la manifestazione. “Gli ultimi provvedimenti presi da governo e da alcune Regioni per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi” ha denunciato Aldo Cursano presidente di Fipe-Confcommercio Toscana: “chiudere i luoghi della socialità, dello svago culturale, del divertimento, dello sport, del benessere – ha aggiunto – significa imporre agli italiani la rinuncia ad uno stile di vita sano e di qualità”.
Presenti alla manifestazione il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e del sindaco di Firenze Dario Nardella, dai quali sono giunte parole di vicinanza e l’impegno concreto a rivedere la fascia oraria di chiusura dei locali, non appena la situazione epidemiologica lo consentirà.
Il settore della ristorazione occupa in Italia oltre un milione e duecentomila addetti distribuiti in 340mila imprese. 50mila quelle a rischio chiusura, con oltre 350.000 addetti che perderanno il posto di lavoro. In Toscana il comparto è rappresentato da circa 22mila imprese, delle quali almeno 3mila, secondo Fipe-Confcommercio, sarebbero a rischio sopravvivenza entro il 2020.
A Firenze sono arrivate delegazioni di imprenditore del settore da tutta la Toscana, da Prato da Massa, da Lucca, Grosseto, Livorno, Pisa.
Insieme ai ristoratori sempre oggi a Firenze hanno protestato anche i tassisti. Un carosello di auto che è partito dalla periferia di San Bartolo a Cintoia fino a Piazzale Michelangelo, passando per le vie del centro di fronte ai palazzi delle istituzioni, suonando il clacson ed esponendo al finestrino cartelli come “Tutto chiuso, il taxi muore”.
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