Firenze – Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Firenze durante una serie di indagini ha scoperto un’impresa cosiddetta “cartiera”, intestata cioè a prestanomi, che emetteva fatture, non pagava le imposte e poi è scomparsa nel nulla.
Si tratta di un’impresa di commercio all’ingrosso di articoli di cuoio, in pelle e articoli da viaggio, intestata ad una 63enne cittadina cinese, con sede a Sesto Fiorentino, alle porte del capoluogo toscano.
L’impresa ha evaso per un anno il fisco, per poi cessare l’attività e far scomparire tutta la documentazione fiscale e contabile. I ricavi non dichiarati ai fini delle imposte dirette ammontano a 8,2 milioni di euro, mentre l’IVA dovuta, mai versata, è risultata pari a 823mila euro
Le indagini erano partite nel 2009 ed avevano portato alla luce un’organizzazione criminale, capeggiata da un cinese di 40 anni, che importava merci dalla Cina, in particolare capi d’abbigliamento, evadendo i dazi doganali. La merce, successivamente, era commercializzata in Italia in evasione di imposte dirette ed IVA.
La struttura operativa messa in piedi dal cinese era basata su una società che operava nella legalità, intestata allo stesso cinese e su numerose imprese fittizie di cui il cinese era amministratore di fatto.
Le imprese “cartiere” avevano come legali rappresentanti soggetti cinesi, parenti del 40enne.
Quest’ultimi, una volta che le imprese erano cessate, dopo un paio d’anni di attività, rientravano in Cina facendo perdere ogni traccia. Anche tutta la documentazione contabile amministrativa scompariva. Le società cessate erano prontamente sostituite da nuove società che operavano secondo il medesimo metodo.
Gli accertamenti hanno permesso di evidenziare come anche l’impresa di Sesto Fiorentino faceva parte di quest’organizzazione. La donna titolare della impresa è risultata solamente un prestanome, mentre il titolare di fatto era il cinese quarantenne, genero della donna.
Il cittadino cinese è stato raggiunto nel 2009 da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In questo nuovo filone d’indagine è stato segnalato all’autorità giudiziaria per i reati di omessa presentazione della dichiarazione annuale ai fini delle imposte dirette e dell’IVA: la pena di reclusione prevista va da 1 a 3 anni.
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