Arezzo – Con l’arrivo dell’autunno e le prime piogge torna a ripetersi il rituale della ricerca dei funghi: sono migliaia in tutta la Toscana gli amanti di questo particolare alimento la cui ricerca, nel caso vada a buon fine, rappresenta sia un motivo di orgoglio personale, per la fatica fatta, sia una soddisfazione del palato, per la freschezza del prodotto che si può consumare.
La ricerca però non sempre è facile e le notizie di cercatori di funghi morti o dispersi in queste ultime settimane non sono mancate, soprattutto nel pisano e nell’aretino. Ma i rischi maggiori sono legati alla capacità di riconoscere i funghi commestibili da quelli velenosi: non sempre i cercatori, infatti, sono così esperti da riconoscere le diverse specie e questo può avere conseguenze mortali
“In questo momento è possibile raccogliere una varietà infinita di funghi, alcuni ottimi e prelibati al pari dei porcini, altri tossici o addirittura velenosi – spiega Antonio Gennari, esperto micologo della Asl di Arezzo – E’ necessario quindi fare molta attenzione a consumare solo funghi dei quali si ha l’assoluta certezza della commestibilità, freschi e ben cotti. In caso di dubbio, ci si può rivolgere agli Ispettorati Micologici della Asl, che svolgono, gratuitamente un qualificato servizio di consulenza”.
Nell’ultimo finesettimana solo nell’aretino sono state due le famiglie intossicate: una a Bibbiena, dove una famiglia di romeni è finita in ospedale per aver mangiato funghi, per fortuna, risultati a bassa tossicità; la seconda ad Arezzo dove moglie e marito si sono recati al pronto soccorso del San Donato per sospetta intossicazione. I due avevano ingerito funghi del genere “Macrolepiota” (chiamati volgarmente scarogie, o bubbole per fortuna commestibili.
La Asl raccomanda quindi di prestare molta attenzione: in particolare per quanto riguarda gli ovuli occorre raccogliere solo quelli completamente aperti perché questi ultimi, da chiusi, si potrebbero scambiare con la velenosissima Amanita phalloides, molto frequente in questo periodo stagionale.
Infine la Asl ricorda che per quanto riguarda i porcini, numerosi nei boschi toscani in queste settimane, non possono essere raccolti sotto i 4 cm di diametro di cappello: in questo caso niente a che vedere con la commestibilità del fungo, ma in considerazione delle numerose sanzioni elevate anche domenica scorsa a Pratomagno dagli organi di polizia addetti al controllo.
Esiste infatti una legge regionale che regola la raccolta dei funghi: la Regione è in procinto di varare un nuovo testo ma nel frattempo la normativa può essere consultata qui
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