Firenze – Oltre 11mila visitatori, con un aumento del 4% dei compratori esteri: sono i numeri ufficiali di Pitti Bimbo 2010, 71° edizione di Pitti Immagine dedicata ai più piccoli, che si è chiusa sabato a Firenze. Dati positivi secondo gli organizzatori che preluderebbero ad una buona stagione per le aziende.
In realtà aggirandosi per gli stand di Pitti, sabato pomeriggio, e parlando direttamente con le aziende, le opinioni su questa edizione sono le più varie: al di là delle sfilate di Bluemarine, Fendi e Calvin Klein, anche il settore bimbo sembra risentire ancora della crisi economica in corso. Tastare il polso delle aziende non è difficile: in molti hanno voglia di parlare e sono soprattutto curiosi di sapere com’è andata la tre giorni per i vicini di stand.
La qualità sembra essere ancora il fattore principale di scelta nell’abbigliamento per i più piccoli, secondo le aziende presenti, anche se l’attenzione al prezzo si è fatta più pressante. Il settore che sembra tenere meglio è quello 0-6.
“Abbiamo riconfermato gli ordinativi dello scorso anno e non possiamo lamentarci – ci racconta Maurizio Manfredi, di “Il Trenino”, azienda lucchese di accessori per bambini – la crisi si fa sentire ma per fortuna questo settore sembra tenere, soprattutto perchè si sceglie di puntare sulla qualità dei prodotti”. A sentire gli esperti il buon andamento dipenderebbe proprio dal fatto che, in questa fascia di età, a scegliere sono ancora le mamme mentre più avanti sono direttamente i bambini a decidere come vestire, spesso influenzati da quello che vedono in tv e quindi dalle grandi marche.
“Abbiamo notato un calo di affluenza rispetto all’edizione di Pitti Bimbo dello scorso anno anche se per noi le cose sono andate bene – spiega Andrea Vignoli, referente commerciale di Spazio Sei Fashion Group – il settore della moda per bambini ha risentito sicuramente meno della crisi anche se è cambiato l’atteggiamento dei compratori: prima il marchio in sé era garanzia di qualità, adesso si sta molto più attento al rapporto qualità-prezzo”.
D’accordo anche Giuseppe Vario, per RoccoBarocco, Cow, Varci e Mattiolo: “Rispetto allo scorso anno abbiamo fatturato la metà ma non posso lamentarmi vista la situazione generale – ci spiega – è vero che c’è maggiore attenzione al prezzo e questo spesso va a scapito di aziende, come la mia, che hanno deciso di non esportare la produzione all’estero bensì di restare in Italia, sostenendo ovviamente costi maggiori che è più difficile recuperare”.
Soddisfatti comunque gli organizzatori di Pitti. “I compratori più importanti erano tutti presenti e la notizia migliore per i nostri espositori è che ci sia stato un evidente aumento degli ordini raccolti in fiera – ha commentato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – Quanto ai dati di affluenza, per una manifestazione che di norma viaggia su alti livelli di presenze, il leggero aumento rispetto al giugno 2009 è un ottimo risultato, a cui si aggiunge l’importante aumento dei buyer esteri”
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