Firenze – (Articolo a cura di Domenico Coviello) Partirà da Firenze una proposta di legge popolare per introdurre in Italia il reato di omicidio stradale.
Una fattispecie penale già presente in altri Paesi. Una normativa che sta materialmente provando a definire, in collaborazione col Comune di Firenze, l’associazione “Lorenzo Guarnieri”. Fondata da Stefania e Stefano Guarnieri, l’associazione è intitolata al loro figlio Lorenzo, 17 anni, morto in città, la notte del 1 giugno 2010, travolto per strada da uno scooter guidato da un uomo che aveva assunto droga e alcolici.
Il progetto di legge popolare è appoggiato in prima persona dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che oggi ha affiancato Stefano Guarnieri nella presentazione dell’iniziativa a Palazzo Vecchio. Terminata l’elaborazione della proposta di legge, ha spiegato Guarnieri, “comincerà la raccolta di 50mila firme”, necessarie a presentare la normativa in Parlamento.
L’associazione ha presentato, inoltre, il primo “piano salvavita” d’Italia: un progetto denominato D.A.V.I.D. con un obiettivo preciso: “salvare almeno 58 vite nei prossimi 10 anni” sulle strade di Firenze.
Da un punto di vista operativo il piano sarà definitivamente consegnato al Comune di Firenze nel prossimo mese di giugno.
“David” è l’acronimo di Dati e analisi; Aderenza alle regole; Vita ed educazione; Ingegneria; Dopo la violenza.
Il piano prevede l’analisi degli incidenti stradali e delle loro cause, con l’utilizzo di metodologie della società di consulenza McKinsey. Infine verrà stilata una “road map” di interventi di prevenzione.
“Ogni anno in Italia – ha sottolineato Stefano Guarnieri – muoiono negli incidenti stradali 5mila persone, soprattutto giovani”.
Sull’idea di una legge popolare che introduca il reato di omicidio stradale il sindaco Renzi si dice disponibile: “Sono pronto a chiedere un incontro con il presidente dell’Anci perché si discuta di questo – spiega – è una grande scommessa sociale, civile e anche economica: per gli incidenti stradali e le loro conseguenze sulle persone si spendono ogni anno più di 20 miliardi”.
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