Prato – E’ tragico il bilancio dell’incendio che si è sviluppato ieri in una fabbrica cinese al Macrolotto alla periferia di Prato.
Le vittime, tutte di nazionalità cinese, dormivano sul posto, in loculi sopraelevati di cartone e cartongesso. Sono stati colti dalle fiamme nel sonno.
Sette gli uomini soffocati nel rogo, altre tre persone sono rimaste ferite in modo serio: due di loro sono ricoverate in ospedale nel reparto di rianimazione con gravi ustioni su tutto il corpo e sintomi di intossicazione; la terza ferita è invece una donna che non è in gravi condizioni.
Non si sa quante persone erano nel capannone quando sono divampate le fiamme. Alcuni sarebbero riusciti a fuggire in tempo, altri purtroppo sono rimasti bloccati nella trappola di fuoco.
Uno degli operai morti nell’incendio della fabbrica a Prato ha tentato di mettersi in salvo rompendo il vetro di una finestra del capannone ma ha trovato delle sbarre di ferro a bloccare la via di fuga.
Il suo corpo è stato trovato nell’unica parte del soppalco dove c’erano i “loculi” che non è crollata. Il corpo è stato trovato con un braccio fuori dalla finestra, tra le sbarre dell’inferriata.
“Le imprese che qui lavorano spesso sono soggette al racket della criminalità cinese, quindi sono esse stesse sfruttate” ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ieri appena arrivato sul luogo della tragedia insieme al sindaco Roberto Cenni e ad Adriano Sofri. “Ci vuole – ha detto Rossi – un Piano che vada oltre i controlli che pure abbiamo, ci vuole un Piano di carattere strutturale di riqualificazione che metta in campo anche rapporti di collaborazione per chiarire la situazione, per capire come si combatte la criminalità, come si fa a fare emergere questo asset industriale che può anche essere propositivo e positivo”.
A Prato sarà lutto cittadino. “In 200 metri quadrati – ha detto il sindaco Cenni – ci sono stati tanti morti quanti alla Thyssen e a Prato ci sono ancora oggi, nonostante il lavoro di questi anni, migliaia di situazioni potenzialmente drammatiche come questa. Prato non può più sopportare un peso del genere”.
Ancora non è chiaro come si siano sviluppate le fiamme. L’allarme è scattato intorno alle 6.30 del mattino.
La struttura è ad un solo piano e vi si accede attraverso un cancello di una traversa di via Toscana. La fabbrica produceva abiti pronto moda e quindi nel capannone c’erano materiali altamente infiammabili, come stoffe e plastiche.
La procura di Prato, che indaga sull’incendio aprirà un fascicolo per il reato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza e sfruttamento di mano d’opera clandestina
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