Firenze – “Abbiamo deciso di dichiarare guerra agli assenteisti perché non era più tollerabile la situazione di un’azienda dove il tasso di assenza dal lavoro è il triplo del normale e dove qualcuno è capace di collezionare oltre cento giorni di assenza in meno di un anno. Per tutta risposta, il sindacato ha avviato le cosiddette procedure di raffreddamento“.
Così il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi, è intervenuto sulla scelta della Rsu dell’azienda di trasporto dell’area fiorentina, che ha minacciato uno sciopero dopo l’invio di oltre cinquanta lettere da parte dell’azienda agli assenteisti con un chiaro avvertimento: cambio di rotta o sarà esonero dal servizio.
“Il sindacato minaccia lo sciopero per difendere chi non ha voglia di lavorare – ha aggiunto Bonaccorsi – facendo così il male dell’azienda, dei passeggeri e dei cittadini. Sono intenzionato ad andare avanti per la strada tracciata: non mi interessa chi difende i furbetti, preferisco ingaggiare uno scontro per difendere il posto di chi ha voglia di lavorare. In un momento come questo, difendere chi sottrae risorse all’azienda è una posizione inaccettabile”.
Secondo una verifica svolta dagli uffici di viale dei Mille, il tasso di assenza dal lavoro “per malattia” si colloca fra l’8 e il 10%, mentre la percentuale media di assenza dal lavoro per motivi di salute nelle aziende italiane comparabili è di circa il 3,5%. In Ataf, poi, si registrano picchi di “malati” anche del 13% in corrispondenza della domenica e dei giorni di festa.
“I dati evidenziano che in alcuni casi si sono accumulati anche oltre 100 giorni di assenza per malattia in meno di un anno, in altri casi più di 300 giorni in tre anni, dilazionati in brevi assenze ‘strategiche’ – ha concluso Bonaccorsi -. Qui nessuno sta mettendo in discussione il sacrosanto diritto di lavoratori alla cura, alla convalescenza e al riposo. Stiamo semplicemente stanando i furbi che con finte malattie, strategicamente collocate a fianco dei giorni di festa, rubano risorse all’azienda e mandano per aria senza un valido motivo l’organizzazione dei turni, provocando danni ai loro colleghi onesti e al servizio reso ai passeggeri. Su questo non faremo un passo indietro“.
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