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Accorpamento Province. Il Governo premia Livorno? Pisa non ci sta

Pisa –  Questo matrimonio non s’ha da fare. Espressione manzoniana che si addice bene ad una vicenda tutta toscana.

La decisione del Governo di diminuire il numero delle province e il necessario accorpamento accende rivalità campanilistiche mai sopite.

Come quella tra Pisa e Livorno che il loro sodalizio lo cominciano proprio male.

Ieri il presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà annunciava soddisfatto l’interpretazione ministeriale della delibera di governo pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale: “assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune già capoluogo delle province oggetto di riordino con maggior popolazione residente”. Quindi Livorno.

L’annuncio non è piaciuto al Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni che oggi in una nota ufficiale risponde: “Pisa batte 30 a 20”.

Non è la sede della sala riunioni del nuovo organo amministrativo provinciale a fare la differenza, afferma in un comunicato Pieroni, ma il peso politico dei territori.

“E dunque la nostra Provincia, la più vasta territorialmente e con la popolazione più numerosa – per non parlare del valore del Pil prodotto, il secondo in Toscana – non sarà seconda a nessuno. Questo sia nell’ipostesi di accorpamento con la sola Provincia di Livorno, sia in quella che si sta facendo strada di una maxi Provincia Pisa, Livorno, Lucca e Massa”.

Il nuovo Consiglio provinciale, secondo Pieroni sarà composto da componenti eletti dai consiglieri comunali e dai sindaci dei Comuni ricadenti nel territorio: “I numeri in questo senso parlano chiaro: il corpo elettorale di Livorno sarà formato dai consiglieri e sindaci di appena 20 comuni mentre quello pisano da consiglieri e sindaci di ben 39 comuni“.

Pieroni snocciola anche il numero degli abitanti della provincia di Pisa: 417.782 abitanti contro quella di Livorno che di abitanti ne conta 342.955.

Per Pisa capoluogo sono nati anche un profilo e un gruppo aperto su Facebook con migliaia di iscritti.

La questione rimane aperta. Sono in discussione in commissione al Senato una serie di emendamenti che potrebbero modificare l’interpretazione. Vedremo nei prossimi giorni di chi sarà l’ultima parola.

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Posted by on 26 Luglio 2012. Filed under Cronaca,In primo piano. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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